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I cittadini contano. Guida alle pratiche partecipative per city user e city maker | Recensione Libro

 “La libertà è partecipazione”: questa è una delle strofe più famose della produzione artistica di Giorgio Gaber. Tuttavia oggi, come non mai, pare che i cittadini abbiano abbandonato ogni forma di partecipazione sociale: elezione dopo elezione la percentuale dei votanti diminuisce sensibilmente ed il numero di coloro i quali aderiscono a scioperi, manifestazioni in piazza e ad altre forme di protesta è sempre più esiguo. Al contempo è sempre maggiore il ricorso del cittadino alla delega in bianco e alla fuga dalla politica e, più in generale, ad ogni forma di partecipazione a realtà associative con finalità sociali.

A me personalmente brucia, brucia da morire perché ho sempre creduto che senza partecipazione non ci può essere una società che pensa alla comunità, a partire dagli ultimi.

Nel dibattito su questo fenomeno è intervenuto Luca Montani, uno dei massimi esperti di comunicazione pubblica e istituzionale in Italia, con “I cittadini contano. Guida alle pratiche partecipative per city user e city maker” (Altraeconomia). Il libro non è solamente un manuale “tecnico/teorico”, ma accompagna il lettore in una riflessione sulle pratiche necessarie per poter esprimere il proprio diritto-dovere ad essere cittadini non solo “contro” ma “per” qualcosa e qualcuno.

Montani, nella sua opera, sottolinea come il rapporto tra cittadini/cittadine, da un lato, e autorità pubbliche e aziende, dall’altro, debba essere critico e propositivo e debba, pertanto, essere accompagnato da un’informazione dal basso e partecipativa. Il lettore, però, non si troverà di fronte ad una mera analisi di dati e di teorie. Montani, infatti, passa dal pensiero alla pratica analizzando metodi, strumenti ed esperienze sul campo molto concreti: si passerà infatti, dalle classiche raccolte firme e  dalle camminate di quartiere, altre più moderne forme di bilancio partecipativo, di world cafè e  di deliberative polling per poi, infine, analizzare la “Drammascultura” – disciplina ideata dallo stesso Montani – il cui fine è quello di formare e animare gruppi disomogenei di persone nell’ottica di un confronto comune o di un lavoro impegnativo, con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli per il pieno e ottimale sviluppo delle proprie e altrui risorse.

In appendice al testo è presente un gruppo di schede che i lettori potranno utilizzare per realizzare, nel proprio territorio, un’inchiesta per attivare processi di partecipazione. Le schede si dividono in sezioni: la prima (la Grammatica metropolitana) si pone lo scopo di fotografare la situazione prima di attivare qualsiasi forma di partecipazione civica mentre la seconda (la Grammatica organizzativa) è dedicata al check up funzionale dell’azione partecipativa.

Secondo Montani esistono numerosi elementi da considerare prima di avviare le fasi di confronto pubblico perché, come spiega, l’autore, “non servono ricette precostituite, ma tanta esperienza sul campo, per promuovere un “popularismo” autentico, un municipalismo solidale, una cittadinanza non fraudolenta e finalmente identitaria. (…) perché consente di abbandonare la comunicazione anancastica, la necropolitica e lo sconfittismo.”

Vorrei tanto che questo libro fosse letto da tutti coloro che continuano a guardare il dito e non la luna e che mi auguro possano tornare a scendere alla base della piramide da dove, vi assicuro, si ha una visuale molto più veritiera (Rispetto al vertice) della nostra società.

“I cittadini contano. Guida alle pratiche partecipative per city user e city maker”, Luca Montani – 192 pagine, 15 euro (Altreconomia)

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale