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Economia circolare, trasparenza, low cost di qualità e solidarietà. Vi racconto #ioVendoconMercatopoliPerché

Tra pochissime settimane, assieme alla mia famiglia, cambierò quartiere: dopo anni (e ben 5 generazioni!) al Pigneto ci trasferiremo a San Giovanni.

Per sopravvivere ad una ristrutturazione e al successivo trasloco in questa calda estate, la via giusta è eliminare il superfluo! Se affrontare i lavori di ristrutturazione è più “semplice” scegliendo soluzioni lineari, per il trasloco, invece, l’unica vera grande regola è decidere di portare con noi solo ciò a cui veramente teniamo o che può essere utile. Tra regali, acquisti non propriamente azzeccati o semplicemente esigenze della vita che cambiano (e un figlio che cresce in un battito di ciglia) ci si ritrova ad accumulare oggetti che non usiamo più o che addirittura mostrano in bella vista il talloncino d’acquisto.

Mi sono data una sfida: tra libri, vestiti e suppellettili porteremo con noi solo quel che entrerà in due, massimo tre viaggi in auto!

Peraltro, come ben sapete, per me, la strada per snellire armadi e cassetti non può certo passare dalla pattumiera: scambio con amici e familiari gli oggetti che non uso, ma che hanno ancora una seconda vita davanti, li regalo e, in molti casi, tutto ciò che ha ancora un valore (non solo affettivo!) lo porto ai negozi dell’usato come Mercatopoli.

Così, mentre aprivo sportelli e cassetti dividendo tutti gli oggetti in “si”, “no”, “forse” (che corrispondono a “vi porto a casa nuova”, “vi porto al negozio dell’usato o vi regalo a qualche amico”, “ora ci penso” …), mi sono tornati in mente gli articoli che realizzai l’anno scorso raccontandovi qualcosa di più di Leotron che, ricorderete, nel 2000 lanciò il software da cui nacquero prima Mercatopoli e poi Baby Bazar e della mia esperienza nel punto vendita di Frosinone.

#ioVendoconMercatopoliPerché

Come sapete ho una grandissima stima sia per Mercatopoli che per le persone che ci lavorano che non sono semplici brand, o negozi, ma modi di fare impresa all’interno del sistema dell’economia circolare.

Ammetto anche che, oltre all’aspetto ecosostenibile, mi piace comprare e vendere libri, oggetti per la casa, vestiti e vari accessori ai negozi dell’usato sia perché mi fa sentire una “esploratrice” in caccia di sorprese tra gli scaffali, sia perché mi piace poter cambiare arredi e accessori sapendo di fare qualcosa di sostenibile allungando la vita degli oggetti che fanno con me un pezzo di strada (grande o piccolo che sia) acquistando prodotti di qualità a un prezzo molto più basso.

Novità dal mondo Mercatopoli


Così, mentre impilavo gli oggetti, ho pensato di chiamare Alessandro Giuliani, fondatore della Leotron, per farmi svelare, anche quest’anno, qualche curiosità o notizia. Amo molto parlare con Alessandro che conosco da tanti anni e ogni volta che chiacchieriamo o che leggo i suoi post ne traggo giovamento e spunti di riflessione interessanti.

Un esempio di economia circolare che si autosostiene e con risultati in termini di impatto sociale, positivi e duraturi.

Proprio qualche mese fa mi aveva accennato, tra le attività da mettere in campo, ad una collaborazione con Humana, la ONG che realizza la propria mission grazie a risorse derivanti principalmente dalla raccolta degli indumenti ricevuti in beneficenza.

Nei negozi dell’usato la merce, infatti, rimane in esposizione per un tempo limitato e, qualora non venga venduta, viene restituita al proprietario o, altrimenti, data in beneficenza. Sapere realmente che fine facciano gli oggetti e come vengano impiegati i soldi recuperati dalle vendite è fondamentale per chi vuol investire in un percorso ecosostenibile ed etico. Per questo Mercatopoli ha avviato una collaborazione con la ONG:

Humana ritira l’invenduto nei negozi di Mercatopoli con cui è partita la collaborazione sperimentale. Il ricavato dalla vendita in mercatini di beneficenza va a sostegno di progetti di formazione in Mozambico ove vengono formati i maestri per le scuole professionali”, mi spiega Giuliani nella nostra telefonata. Un bel progetto che l’AD di Mercatopoli ha voluto verificare coi propri occhi andando proprio dove i progetti vengono realizzati. “Quel che da noi era rimasto come invenduto è comunque roba di qualità, selezionata a monte, perfettamente utilizzabile e vendibile. Portata in Mozambico attiva micro economie a livello territoriale alimentando una filiera e creando posti di lavoro, dall’ingrosso all’ambulante che porta gli oggetti nei villaggi. Andando di persona ho potuto appurare che il ricavato dalla vendita è investito in progetti a lungo termine i cui benefici, quindi, non si esauriscono immediatamente, ma sono volti a creare percorsi che possano poi camminare da soli”.

Anticipazioni dal futuro di Mercatopoli

Tra le qualità che noto passeggiando nei punti vendita Mercatopoli, vi è l’ordine, la qualità delle vetrine (sia quelle online che quelle in negozio) e la cura nell’esposizione. Parlandone con Giuliani mi ha dato una piccola grande anteprima (e mi ha autorizzato a raccontarvela):

Mercatopoli sta infatti lavorando per equiparare non solo la struttura e l’esposizione, ma anche il sistema Mercatopoli ai negozi “normali”, individuando quello dell’usato non come un sottoprodotto del mercato nuovo, ma come quello di un mercato parallelo, semplicemente low cost di qualità. Curiosi? Vi anticipo qualche cambiamento: scompariranno gli sconti in base alla data di esposizione e verranno sostituiti da un modello premiante e sempre più fidelizzazione per il cliente.  Questa novità, attuata in via sperimentale in una decina di punti vendita, potrebbe poi essere estesa a livello nazionale in tutti i negozi Mercatopoli.

Economia circolare, trasparenza, low cost di qualità e solidarietà.

4 valori che trovo sempre più forti di anno in anno in Mercatopoli. Tutto questo risponde alla domanda #ioVendoconMercatopoliPerché e sono io che chiedo a voi: perché ancora conservate negli armadi tutta quella roba che (per voi) non è più utile?

 

#branded

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale