Email marketing e newsletter: come non finire nello spam? Ecco 5 cinque consigli pratici

Quando si invia una e-mail, ancor più se tramite una newsletter o una mailing list, il primo timore è che essa vada perduta a causa di filtri e cartelle anti spam. Pochi sanno che spesso, quando avviene, ciò dipende da comportamenti errati di chi invia la mail, a partire da ciò che si scrive.

Tutti i provider di posta elettronica provano a determinare, tramite complessi algoritmi (parola croce e delizia di chi lavora sul web. Pensiamo alle newsfeed di Facebook…), se il messaggio ricevuto sia da destinare alla cartella della posta in arrivo oppure in quella dello spam. Alcuni vi riescono bene, altri meno, ma in tutti i casi ci sono diversi accorgimenti che possono essere adottati per aumentare la possibilità di mandare a segno la propria campagna di email marketing.

Ho ricevuto un interessante spunto di riflessione, un approfondimento a riguardo, stilato da 4Dem.it, piattaforma Made in Italy per l’email ed sms marketing, per non far finire le nostre campagne di email marketing nella cartella spam. Ecco quindi i preziosi consigli.

Prima di inviare una mail è importante sapere che…

È fondamentale costruirsi una buona reputazione

La regola madre del web vale anche per l’email marketing: la reputazione della propria identità incide sui risultati.

Così, se Google premia i siti web che hanno una buona reputazione online, anche i vari provider mondiali si sono attrezzati per dare ad ogni messaggio una valutazione basata sull’interazione con il messaggio.

I provider, da qualche tempo, hanno infatti messo in atto un meccanismo che premia chi segue le regole. Tra queste, la più importante, è quella di non comprare liste di indirizzi email né tantomeno sfruttare quelle altrui. I clienti devono aver scelto volontariamente di seguire un brand.

L’interazione con il messaggio: la chiave del successo

Più il messaggio attira l’interesse del lettore e maggiore sarà la valutazione positiva del provider.

Oggi i vari gestori di posta come Gmail, Yahoo!, Hotmail, ma anche quelli italiani come Libero.it si affidano ad algoritmi e classificazioni di Artificial Intelligence.

Se le email provenienti dallo stesso brand vengono cancellate dall’utente senza essere aperte, o aperte e subito cancellate, o ancora contrassegnate come spam, i provider tenderanno a spostare campagne successive direttamente nella posta indesiderata. Per evitare questo è fondamentale che i clienti si fidino di chi gli ha inviato un’email e della sua professionalità.

A questo scopo è decisivo che i contenuti siano importanti per chi li riceve, magari con un oggetto accattivante, inviati all’ora giusta e con un design compatibile con tutti i dispositivi.

Parole e punteggiatura da evitare

Diversi accorgimenti possono essere presi anche in fase di scrittura. Il primo suggerimento pratico è quindi quello di non utilizzare (o usare il meno possibile) espressioni come “clicca qui” o “soldi facili” e di non abusare di parole come “gratuito” e “omaggio”. Allo stesso modo sarà importante non esagerare con l’utilizzo dei punti esclamativi e comunque evitare di metterne due o tre di seguito.

Attenzione a testi  in maiuscolo e ai colori

In una campagna di email marketing a contare è soprattutto il contenuto, e utilizzare caratteri cubitali non farà aumentare le vendite.

Scrivere tutto in maiuscolo è fastidioso per chi legge e facilmente etichettabile come spam da tutti i provider.

Allo stesso modo anche i colori vanno scelti con cura: sceglierne di troppo accesi aumenterà il rischio di finire tra la posta indesiderata.

Attenzione agli errori! Parola d’ordine: rileggere. Scrivere una newsletter o un comunicato stampa con errori e refusi vi potrà far identificare come sciatti dal lettore o come indesiderabili dal provider di posta. Date poi uno sguardo all’HTML che potrebbe farvi scoprire errori all’apparenza invisibili ma che i provider vedono, eccome!.

Evitare oggetti non credibili

L’ultimo consiglio, ma non meno importante, di per una campagna a prova di spam è quello di prestare attenzione all’oggetto delle email inviate. Se si sta proponendo ai clienti una promozione, sarà ad esempio importante inserire un oggetto preciso e univoco evitando frasi riferite a sconti troppo vaghi che potrebbero far pensare ad una truffa.

Un esempio? Meglio “Sconto del 20% su giacche e felpe. Approfittane!” rispetto a “Sconti incredibili su tutto! Approfittane!”.

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale