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La passione di assistere e nell’aver partecipato…

Il 2012 non è ancora concluso, ma già so che, tra le esperienze più belle di quest’anno, potrò annoverare quella di essere stata nella giuria del premio “La Passione di Assistere” indetto da Tena (gruppo SCA) e rivolto a tutte le strutture di assistenza della famiglia italiana di Tena.

Ogni settimana ricevo tante proposte, ma, per la mia indole selettiva, molte di esse vengono subito cestinate. In questo caso, però, la “passione” mi ha coinvolta totalmente.

Contattata dalle organizzatrici di questa iniziativa, sono rimasta davvero colpita per una serie di ragioni che vanno oltre il profilo ecologico del premio. Per me “ecosostenibilità” significa essere in armonia con ciò e con chi ci circonda: amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro, ma anche con la Natura e le generazioni future. Per far ciò ci vuole passione, o per dirla alla greca, phatos. Ho scoperto presto che il nome del concorso “La passione di assistere” rispecchiava in pieno questo concetto.

In premio, per i concorrenti, vi erano due coupon da 5.000 Euro messi in palio da Tena – SCA per realizzare o implementare progetti con finalità ecosostenibili che prevedessero il coinvolgimento degli ospiti degli istituti e delle case di riposo al fine di migliorarne la qualità della vita.

Man mano che mi addentravo nei lavori del progetto, quello che dapprima era un interesse, si è nutrito sempre di più di vere e proprie emozioni sino al giorno della premiazione. E’ stato un viaggio personale alla scoperta di un mondo, quella delle strutture delle case di assistenza agli anziani, di cui nessuno parla sebbene, tra ospiti e personale, coinvolga decine migliaia di persone in Italia. Ho avuto modo di conoscere molte persone che vivono ed operano in queste strutture e ho capito che tanto di ciò che viene fatto è frutto di passione, pathos ed empatia. Con Sveva Sagramola e Loredana Ligabue (con me in giuria), abbiamo letto, studiato e vissuto, tantissimi progetti (ne son arrivati ben 147 !) di altissimo livello e ciò mi ha felicemente stupito. Progetti concreti che rispondevano allo spirito del concorso: amore per il prossimo e per la natura. Molti mi sono rimasti nel cuore. Per quanto dura, una scelta andava pur fatta anche se, ai due premi (uno per i progetti già in essere e uno per le nuove proposte) si sono aggiunti tre encomi. Un’altra felice sorpresa è stata poi quella di verificare che alla premiazione, svolta nella fantastica sede del FAI Villa Necchi Campiglio, non hanno partecipato solamente i soggetti premiati, ma c’è stata una ampissima e sentita partecipazione di molte strutture che hanno partecipato all’iniziativa.

Come saprete, ripeto sempre che la sostenibilità ambientale non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. La cultura ambientale è fondamentale. E’ quella terra e quel concime (biologici) senza i quali, anche il seme, il germoglio, l’idea più brillante, non potranno sbocciare, crescere e diventare grandi progetti ecosostenibili. Leggendo i tanti e variegati progetti ho verificato che l’ecosostenibilità era già di casa in molte delle strutture grazie a persone che hanno una energia stupenda.

E’ stata un’esperienza emozionante di cui ringrazio davvero tutti: gli organizzatori del premio e dell’evento, le giurate Sveva e Loredana, tutte le persone con cui ho parlato nella giornata della premiazione e tutti coloro che hanno creato i progetti che spero, una volta realizzati, di poter andare a vedere dal vivo.

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale

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