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Ocean Terminal. Domenica 21 Febbraio

DOMENICA 21 FEBBRAIO ORE 17,30 presentazione del libro postumo di Piergiorgio Welby “Ocean Terminal” (Castelvecchi ed) evento a cura dell’Ass. Ecobaleno. In una sala di rianimazione, nel luglio del 1997, Piergiorgio Welby inizia a concepire Ocean Terminal: un abbandono progressivo di tutte le speranze, un inno alla vita nonostante tutto…

Intervengono:

Letizia Palmisano, vice pres. Ecobaleno

Francesco Lioce ,curatore dle libro

Mina Welby, moglie di Piergiorgio

Adriana Pannitteri, giornalista Rai 1

Chiara Lalli, doc La Sapienza

Rosanna Schimia

Simone Galeazzi

IL LIBRO

Interrotto nel gennaio del 2006 – dieci mesi prima della morte – il romanzo viene oggi per la prima volta alla luce nella curatela di Francesco Lioce. Ocean Terminal è un insieme di prose spezzate che si riannodano a distanza o si interrompono proprio quando sembrano preannunciare altri sviluppi: dall’infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all’immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci di una Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una stanza. In un continuo susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby riavvolge il nastro della sua vita, adottando un linguaggio babelico che colpisce per originalità e potenza. Postuma, per volontà dello stesso autore, l’opera avrebbe dovuto ripercorrere l’intera esistenza dell’uomo Welby: rimasta purtroppo incompiuta, ci viene restituita come il frutto letterario di un eccezionale scrittore.

PIERGIORGIO WELBY (Roma, 1945-2006)

Intellettuale, pittore, poeta, fotografo e giornalista, è stato militante del Partito Radicale, Copresidente dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore del blog «Il Calibano». Il 20 settembre del 2006, con la lettera inviata al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha reso pubblica la sua battaglia etico-politica in favore di una morte dignitosa. Poche settimane prima della scomparsa ha pubblicato Lasciatemi morire (Rizzoli, 2006).

Estratto

«Chi sono? Un superstite? Dovrei recuperare il lessico infantile e restituire un senso compiuto anche a questi balbettii. Dovrei accartocciarmi, come una foglia di magnolia, e attendere che il maestrale, rotolando sulla brina della notte, mi spazzi via trascinandomi sulla ghiaia, fino all’angolo buio del cancello in ferro battuto che separa il mio guscio d’avorio dalla strada. Dovrei riappropriarmi del mio corpo, delle passioni, come la vergogna e l’ira, per poter piangere e ridere, cercare il limite del dolore smarrito tra il sambuco e le acacie. Dovrei rispondere al fischio che sveglia il pomeriggio di pulviscoli galleggianti sulle scie luminose che tagliano l’incubo della stanza. Dovrei prendere gli scarpini e la Bianchi e pedalare, senza prendere fiato fino al campetto della stazione, sudare, urlare, spingere, bestemmiare e colpire il pallone con il collo del piede… come dicevi tu, papà».

evento presso la libreria Rinascita di viale Agosta 36.

http://www.ecobaleno.it

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale