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‘What are you looking for?’: la sfida del vivere sostenibile passa anche per la qualità dell’aria che respiriamo nei luoghi chiusi

Spesso siamo preoccupati dell’inquinamento presente nell’aria che respiriamo all’esterno, di quel che mangiamo, delle creme che usiamo per il corpo, ma, al contempo, siamo meno sensibili a quello che è un aspetto fondamentale della nostra vita: la qualità dell’aria che respiriamo a casa, in ufficio, in palestra e in tutti i luoghi chiusi che frequentiamo ogni giorno.

Tuttavia questo aspetto è un elemento essenziale non solo per la nostra salute ma anche per il nostro comfort e per il rendimento nello studio o nel lavoro. La sostenibilità del nostro stile di vita dovrebbe quindi ricomprendere anche la fondamentale questione dell’indoor air quality.

In questi giorni ho avuto la fortuna di approfondire tali argomenti, potendo seguire da vicino il lancio di What are you looking for?, la campagna di Siram Veolia che, nell’anno italiano della ‘ambizione climatica’, riflette sul tema della salvaguardia della biodiversità e sulle sfide ambientali alle quali siamo chiamati a rispondere, per accelerare il percorso verso la trasformazione ecologica affrontando nuove sfide come appunto la corretta qualità dell’aria negli ambienti interni.

“Cosa sta cercando l’umanità per vivere in un modo più sostenibile?”

“Su quali priorità dobbiamo concentrarci per garantire al nostro pianeta una vita armonica e interconnessa?”

La campagna  What are you looking for? – presentata lo scorso 30 novembre presso la sede milanese di Siram Veolia – si articola in una serie di approfondimenti attraverso contenuti ‘native’ e con la presentazione di un docufilm che ha come protagonisti e “ambassador” i grandi mammiferi marini – come i capodogli – che rivestono oggi un ruolo fondamentale nell’ecosistema. 

 Perché (e dove) vedere il docufilm ‘What are you looking for?’

Il docufilm dall’omonimo titolo della campagna (‘What are you looking for?) è un contributo corale di voci autorevoli in ambiti diversi che raccontano, attraverso la loro visione personale e professionale, l’urgenza di scelte consapevoli e di un cambiamento di rotta per un futuro migliore e più sostenibile per tutti, tema in linea con il ‘purpose’ del gruppo Siram Veolia, promotore del progetto. Il soggetto, come naturale estensione e storytelling della campagna pubblicitaria, è stato co-ideato dallo Staff di Comunicazione di Siram Veolia, su soggetto e direzione creativa di Sergio Battimiello che ne ha curato la regia.

Protagonisti della campagna sono i cetacei, le grandi creature che popolano i mari del Mediterraneo, animali possenti e nobili, ma al tempo stesso fragili, da rispettare e da proteggere. Un patrimonio difeso dall’esperienza e dalla dedizione di istituti di ricerca ed associazioni di protezione ambientale che, da decenni, si battono per la salvaguardia e lo studio delle condizioni di vita ottimali delle creature marine. Tra queste vi è il Tethys Research Institute, una organizzazione non-governativa che nel 1991 ha proposto la creazione nel Mar Ligure di un’area protetta, prima al mondo istituita oltre le giurisdizioni nazionali – il Santuario Pelagos – per la conservazione dei mammiferi marini del Mediterraneo. Le persone che mi seguono sanno che spesso racconto le attività delle associazioni che difendono i mari e i loro abitanti e tra esse mi è capitato più d’una volta di citare Tethys che ammiro particolarmente. 

Il film mi ha dato modo di conoscere meglio il lavoro dei ricercatori di Tethys, documentando le loro storie, le esperienze e ciò che l’associazione è riuscita a fare in questi anni per l’ecosistema.

Un impegno che Siram Veolia vuole sostenere tramite una campagna di raccolta fondi – che partirà nei prossimi mesi – mobilitando le risorse del Gruppo e sensibilizzando il pubblico sul problema delle collisioni tra imbarcazioni e cetacei che mettono a rischio la sopravvivenza dei mammiferi marini e, in particolare, gli esemplari che vivono nel Mediterraneo.

Perché le balene ci aiutano nella lotta contro la CO2

Lavorando come comunicatrice ambientale mi sono resa purtroppo conto del fatto che, oggi, noi umani conosciamo troppo poco questi immensi animali. Solo poche persone hanno il privilegio di incontrare una balena e anche io sogno, un giorno, di potermi imbarcare con realtà come Tethys per un’esperienza di whale watching.

Ciò che non tutti sanno è che questi animali, oltre al loro indubbio fascino, contribuiscono alla riduzione della CO2, fertilizzando la componente vegetale del mare ovverosia il fitoplancton che assorbe anidride carbonica. Inoltre, quando muoiono, i loro corpi “sequestrano” in fondo all’oceano, per lunghi periodi, una grande quantità di carbonio.

Meno balene vuol dire quindi una ridotta produzione di plancton vegetale con corrispondente meno carbonio stoccato nelle profondità dell’oceano.

L’indoor air quality incide sulla qualità della vita delle persone

Il lancio della campagna è stata anche un’occasione per parlare delle innovative soluzioni individuate da Siram Veolia in tema di qualità dell’aria degli spazi interni per perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso una gestione ottimizzata ed integrata dei servizi essenziali (energia, acqua e rifiuti speciali).

Come spiegato da Siram Veolia, affrontare la sfida dell’Indoor Air Quality per il Gruppo significa garantire sicurezza sanitaria e una migliore qualità della vita delle persone.  

Come ha dichiarato all’evento Emanuela Trentin, AD di Siram Veolia: “Assicurare un futuro sostenibile è per il nostro Gruppo una missione, ma anche un percorso che condividiamo con i clienti, partner delle nostre attività. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è necessario il contributo di tutti, attraverso scelte consapevoli e condivise, creando i presupposti per una cultura della sostenibilità e della responsabilità ambientale a cui le stesse aziende devono partecipare facendo sentire la propria voce, prendendo una posizione chiara. Noi mettiamo a disposizione competenze e soluzioni innovative per assicurare livelli massimi di efficienza energetica e di tutela della risorsa idrica e ci impegniamo a far fronte alle nuove sfide ambientali, come quella di garantire una corretta qualità dell’aria negli ambienti interni. Ritenendo necessario convergere gli sforzi, oggi siamo impegnati a intensificare le collaborazioni con imprese e istituzioni per una programmazione strutturata di iniziative e investimenti che puntino verso un’unica direzione: la trasformazione ecologica”.

Cosa ho imparato sulla qualità dell’aria negli ambienti chiusi

In occasione della presentazione dell’iniziativa presso la sede di Siram Veolia è stata inoltre inaugurata la ‘Innovation Room Siram Veolia’ che consiste in una sala che propone ai visitatori un percorso esperienziale ed immersivo per conoscere e sperimentare alcune delle soluzioni più all’avanguardia in ambito indoor air quality proposte dal Gruppo.

Ho così imparato che il primo passo inizia dalla diagnosi per capire quali siano gli inquinanti presenti in un ambiente. Come ricorda anche la sezione Codis della UE, questi inquinanti si possono raggruppare in gas di combustione (biossido di azoto (NO2), biossido di carbonio (CO2), monossido di carbonio (CO) e ozono (O3); composti organici volatili (COV) (benzene, toluene, formaldeide e p-dichlorobenzene) e sostanze particellari (PM) (frazioni PM2,5 e PM10).

Grazie ai sensori che danno un quadro dell’aria indoor, è possibile capire quali sistemi di trattamento dell’aria siano opportuni e il tipo di manutenzione periodica necessaria per mantenere elevata la qualità dell’aria ma anche per garantire la sostenibilità di tutto il processo, come ad esempio il corretto smaltimento dei filtri da sostituire. 

Ho così scoperto come possa essere fatto un monitoraggio in una struttura grande come un ospedale o una università, in un ufficio o a scuola, come cambino i filtri a seconda degli inquinanti rilevati, quando il superamento dei livelli di guardia sia effettivamente un problema e quando no (rilevando anche il tempo di esposizione) e quali siano le diverse soluzioni oggi disponibili.

Oltre ai sistemi di valutazione e trattamento dell’aria idonei per un intero ambiente, ho avuto modo di conoscere  anche soluzioni davvero particolari e innovative come tessuti assorbenti e tipologie di filtri a forma di vasi (che possono all’interno ospitare vere e proprie piante) che possono abbattere gli inquinanti entro uno spazio di 2 mq, grazie anche alla capacità di fitodepurazione delle piante inserite.

Vi ho incuriosito? Per saperne di più sulla campagna vi invito a visitare!

https://www.siram.veolia.it/profilo/what-are-you-looking-for

innovation room indoor air quality siram veolia

post in collaborazione con Siram Veolia

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale