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Cronache dalla prima MagnaCorta di Roma (per la Magnalonga ci vediamo nel 2024!)

Doveva essere la mia prima Magnalonga romana in bici. Con i fondatori e organizzatori – Alessio, Lorenzo, Roberta, Mimma – senza dimenticare ovviamente tutti gli altri attivisti e volontari di Legambiente (dai circoli territoriali, al regionale fino al nazionale e qui scatta un abbraccio virtuale a Matteo, Roberto e Amedeo) – ci conosciamo “da sempre”. Con molti di loro abbiamo più o meno la stessa età e di strada – nelle piazze – ne abbiamo fatta assieme: feste, corsi, battaglie, manifestazioni. Con loro mi sento sempre a casa (ed eternamente ventenne!).

Quest’anno la Magnalonga doveva attraversare i miei territori: partire da San Giovanni, fare 3 parchi del Municipio 5 di Roma e tornare a San Gio! Per chi partecipa è difficile immaginare quanto lavoro ci sia dietro: permessi, autorizzazioni, costi (sempre più alti)! Insomma solo dei veri sognatori potrebbero essere così folli da provarci e riprovarci ogni anno e io li ringrazio per la perseveranza.

Avevo fatto revisionare le biciclette – mia e di mio figlio – con 2 delle testate che dirigo ci siamo offerti di fare da media-partner e il morale era alle stelle. Il meteo, però, non è più quello di una volta e ormai ad anni alterni maggio diventa un mese molto piovoso dopo periodi intensi di siccità (quindi di stelle neanche l’ombra). Così alla fine l’edizione 2023 è diventata la MagnaCorta. Ci siamo visti a Santa Croce in Gerusalemme. Non eravamo tutti e 500 ma eravamo molti.

Io sono andata ovviamente per le bellissime magliette e le bandane ma anche per abbracciare gli organizzatori e dire: “mi raccomando, nel 2024 stesso percorso perché ci tengo ad attraversare i miei quartieri del cuore“. Tra un ombrello aperto e un cappuccio tirato su, con la musica degli animatori, abbiamo mangiato ottime pizzette, cibo delizioso di Gustamundo, ci siamo incontrati tra amiche ed amici e la MagnaCorta è stata una grande occasione di festa. Tema main stream: come rendere la città più sostenibile e più vivibile.

PS: il cibo non consumato ovviamente non è andato sprecato. È stato consegnato ad una mensa Caritas!

PPS Grazie ad Amedeo Trolese per le foto

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale