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Labirinti d’Italia: alla scoperta dei dedali più belli da scoprire e percorrere

Perdersi nel verde è un’esperienza che chiunque dovrebbe fare. Giocare tra le piante, anche attraversando percorsi che ricostruiscono strade… di cui non sai quando incontrerai l’uscita.

Il labirinto è da sempre un luogo affascinante, carico di mistero e di simbologia, un viaggio del quale si conosce la meta, ma non la strada per raggiungerla. Nato nell’antica Grecia e protagonista della sua mitologia e, in particolare, della storia dell’isola di Creta, il labirinto è entrato più volte a far parte dell’arte e della letteratura europea e da sempre incuriosisce grandi e piccini, complice anche la leggendaria figura del Minotauro.

Non esiste, però, solo nella fantasia. L’Italia, per esempio, è costellata di dedali, alcuni più antichi di altri, e Virail, la piattaforma che compara i diversi mezzi di trasporto per trovare la soluzione migliore per ogni esigenza, ha attraversato la penisola alla ricerca dei più particolari: per un viaggio nel quale perdersi e ritrovarsi, in mezzo alla natura.

1 – Il labirinto vinicolo di Kränzelhof, Merano – Kränzelhof è una delle cantine che puntellano l’area di Merano e che producono vini nella zona di Cermes, tra le montagne dell’Alto Adige. La tenuta ha una storia antichissima, pare risalga addirittura al 1182, e oggi è famosa non solo per le bottiglie che vengono prodotte, ma anche per i suoi 7 giardini. Uno di questi ospita un labirinto vinicolo, un’opera più unica che rara in Italia, realizzata con oltre dieci specie diverse di vitigni. Il percorso di 1500 metri fu voluto dal proprietario, il Conte Franz Graf Pfeil, e, ogni anno, seguendo un tema specifico, viene decorato con opere d’arte diverse per arricchire la visita dei curiosi che vogliono perdersi e giocare tra le viti.

2 – Labirinto della Masone, Fontanellato (Parma) – Il Labirinto della Masone, aperto ai visitatori nel 2015, è interamente realizzato con piante di bambù ed è il più grande del suo genere al mondo. Con le sue oltre 200.000 piante appartenenti a venti specie differenti, fu voluto dal designer Franco Maria Ricci e ora attira ogni anno visitatori da ogni parte del mondo. L’intero percorso supera i 3 chilometri e, camminando affiancati da canne alte anche quindici metri, il divertimento è assicurato, così come il perdersi almeno una volta tra i suoi sentieri. Non è, però, solo un dedalo nel quale vagare, ma anche un luogo dedicato all’arte e alla musica, agli eventi e agli incontri: un vero e proprio punto di riferimento culturale nel territorio.

3 – Labirinto del Castello di San Pelagio, Padova – Conosciuta come il Castello di San Pelagio, Villa Zaborra, in provincia di Padova, ospita il Museo del Volo, uno spazio espositivo dedicato alla storia dell’uomo e dell’aria, dai primi studi ai mezzi spaziali, passando per mongolfiere e personaggi che hanno compiuto imprese straordinarie. Non solo, tra le attrazioni principali del Castello ci sono tre dedali, ognuno con un proprio tema: il Labirinto del Minotauro, che mescola la mitologia agli affascinanti labirinti delle Ville Venete, il Labirinto Africano, arricchito con animali, specchi d’acqua e maschere rituali, e il Labirinto del “Forse che sì forse che no”, che riprende un’opera di D’Annunzio. Tra percorsi nei quali divertirsi e perdersi a ogni età.

4 – Villa Pisani, Stra (Venezia) – Villa Pisani, a Stra, è una delle più famose Ville Venete del territorio veneziano e della Riviera del Brenta: un elegante edificio settecentesco che oggi ospita un museo nazionale d’arte. Se da una parte è punto di riferimento architettonico e artistico, dall’altra è la meta perfetta anche per gli amanti di giardini e labirinti, perché il suo dedalo in siepi di bosso è un piccolo capolavoro. Fu realizzato nel Diciottesimo secolo come luogo di divertimento e, soprattutto, corteggiamento: nella torretta centrale, infatti, una dama mascherata era solita aspettare il cavaliere alle prese con il complesso percorso, pronta per rivelarsi una volta raggiunta. Un gioco che i nobili del Settecento erano soliti praticare e che i visitatori contemporanei possono divertirsi a replicare.

5 – Castello di Masino, Caravino (Torino) – Il Castello di Masino, nella cittadina di Caravino, è una delle tante residenze aristocratiche del Piemonte, un affascinante edificio che ha subìto moltissime modifiche nel corso dei secoli, ma che è sempre rimasto un vivo polo culturale. Un tempo dimora dei conti Valperga, è oggi proprietà del Fondo Ambiente Italiano ed è famoso non solo per le sue sale e i nobili che vi hanno soggiornato, ma anche per il suo labirinto. Il dedalo si trova all’interno del parco ed è il secondo labirinto botanico più grande della nostra penisola. Un percorso ricco di svolte e vicoli ciechi ricostruito secondo l’antico progetto settecentesco, quando il castello si trasformò da massiccia fortezza a elegante dimora nobile. Il tutto a due passi dalle montagne del Piemonte.

6 – Giardino Monumentale di Villa Barbarigo, Valsanzibio (Padova) – Villa Barbarigo è una delle antiche Ville Venete padovane e risale al Seicento. Il suo giardino, ricco di alberi secolari da tutto il mondo, di fontane e di statue ospita anche un grande labirinto in bosso: un dedalo quadrato che oggi è tra i più grandi realizzati nel Diciassettesimo secolo e giunti fino a noi. La maggior parte delle piante fu posizionata tra il 1664 e il 1669 e ha quindi oltre quattrocento anni: un dettaglio che rende l’esperienza ancora più autentica. Il percorso, voluto dal Cardinale San Gregorio Barbarigo, raggiunge in totale i 1500 metri e fu realizzato con un forte significato simbolico: il complesso cammino verso la perfezione e la salvezza. I sei vicoli ciechi e il circolo vizioso rappresentano i vizi capitali e costringono i visitatori a tornare sui propri passi, una metafora che invita a riflettere sui propri errori per raggiungere la salvezza, ossia il centro del labirinto e il suo punto più alto. Il Giardino venne realizzato dalla famiglia Barbarigo come voto a Dio per sconfiggere la peste del 1631, l’epidemia che segnò anni molto difficili e dolorosi per Venezia. Il labirinto, in particolare, intendeva trasmettere un messaggio positivo: la vita può essere complicata, ma tutto si risolve poiché c’è sempre una via d’uscita.  Dal 1929 il Giardino è di proprietà della famiglia Pizzoni Ardemani, oggi giunti alla terza generazione, che come i proprietari precedenti si impegno ad essere custodi attenti e scrupolosi di questo luogo unico al mondo per varietà botanica e per la sua simbologia.

7 – Labirinto Borges, Isola di San Giorgio (Venezia) – L’isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia, si trova a pochi minuti di vaporetto da Piazza San Marco e ospita un ex monastero e un’imponente Basilica. Se un tempo si raggiungeva l’isola per motivi religiosi o culturali, oggi chi sbarca a San Giorgio lo fa anche per salire sull’alto campanile della chiesa e per esplorare il Labirinto Borges, proprietà della Fondazione Giorgio Cini. Il dedalo, nel giardino dell’antico convento, è piuttosto recente, perché fu realizzato nel 2011, ed è dedicato allo scrittore argentino Jorge Luis Borges e alla sua opera Il giardino dei sentieri che si biforcano. Il percorso è creato con oltre 3000 piante di bosso e si snoda per circa 1150 metri, ma la vera sorpresa la si può scoprire solo se lo si guarda dall’alto: i sentieri, tra spirali e linee rette, danno vita ad innumerevoli parole e simboli da individuare, tra cui anche la parola “Borges”.

8 – Parco di Sigurtà, Verona – A due passi da Verona, a Valeggio sul Mincio, c’è uno dei parchi e giardini più belli d’Italia. Il Parco di Sigurtà, aperto nel 1978, ospita al suo interno specchi d’acqua, decine e decine di specie diverse di piante, un elegante Castelletto, aree didattiche e un grande labirinto, composto da oltre 1500 piante di tasso che superano i due metri. Ci sono voluti ben due anni per progettarlo alla perfezione e il doppio di tempo perché le piante raggiungessero l’altezza ottimale. La torretta al centro, meta finale di chiunque provi a risolvere il suo enigma, è ispirata a quella francese del parco Bois de Boulogne di Parigi: un dettaglio molto elegante che si sposa perfettamente con l’atmosfera del parco.

Fonte: comunicato stampa Virail

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale