Letizia Palmisano Giornalista AmbientalePrimo piano

Il Mediterraneo affoga nei rifiuti.

Guardando una spiaggia mi è tornata in mente questa foto diffusa da MarraiaFùra (che qui utilizzo in copertina e che ho leggermente rieditato ai fini delle misure social). Ho iniziato così a viaggiare nella mente su una serie di cose che ho studiato nell’ultimo anno. Ho bisogno io per prima di rimetterli insieme, come pezzi di un puzzle o un mosaico.

Il Mediterraneo affoga nei rifiuti

Non è il solo. Laghi (ho realizzato a tal riguardo un articolo proprio pochi giorni fa), fiumi, mari ed oceani hanno tutti la loro buona dose di rifiuti. Il Mare Nostrum, però, è praticamente chiuso e in esso confluiscono numerosi fiumi (e oceancleanupsistemi fognari alcuni dei quali con depuratori non adeguati, per non dire non a norma) che contribuiscono a versare una quantità di rifiuti forse incalcolabile. Il fenomeno del “marine litter” dei rifiuti da quelli visibili a occhio nudo a quelli quasi invisibili come le microplastiche – che peraltro non possono essere fermate dai depuratori – certo non può dirsi sotto controllo. C’è chi si impegna a trovare soluzioni per ripulirlo (come nel caso del progetto The OceanCleanup) o per reimpiegare ciò che si riesce a raccogliere ma la prima cosa da fare è frenare sensibilmente l’afflusso di rifiuti nei mari.

Erosione, pesca insostenibile e equilibri marini a rischio

overshoot dayA questo si aggiungono i problemi legati all’erosione delle coste e alla cementificazione, ai cambiamenti climatici e quindi ai rischi degli equilibri marini – con specie aliene che “invadono” il Mediterraneo – nonché le questioni legate ai sistemi di pesca e di pescicoltura, non sempre propriamente a impatto zero per il Pianeta. In linea con questo quadro, ogni anno l’OvershootDay, il giorno in cui il Pianeta inizia a indebitarsi con il futuro essendosi già “giocato” le risorse dell’anno, è sempre più vicino. Quest’anno sarà l’8 agosto 2016.

C’è tanto da fare

Questi sono solo appunti e riflessioni sparse dopo un anno di approfondimenti (alcuni li trovate linkati proprio in questo post) che ho realizzato come giornalista ambientale sui diversi aspetti. Piccoli frammenti di un puzzle che si delinea e che davvero non mi piace. Credo, anzi, che quel che si sta facendo fino ad ora sia solo una piccola goccia nell’oceano di ciò che si debba fare.

Vi lascio con un video di Goletta Verde che parte sì dalla plastica ma finisce con un lieto fine. Una bellissima tartaruga che ritorna in acqua.

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale