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Inquinamento da plastica: emergenza mondiale che dobbiamo fermare

Scrivo questo articolo mentre sono a Lido di Venezia, durante la mostra del Cinema per il Green Drop Award, il premio al film più ecosostenibile tra quelli in gara per la selezione ufficiale. Negli appuntamenti parliamo di difesa del Pianeta, di agire di consapevolezza. Accanto a me ho una borraccia che mi regalarono alla mostra 2 anni fa. Da allora quante volte l’ho riempita…

La sofferenza del nostro Pianeta è ormai ben visibile a tutti noi: dall’Amazzonia alla Siberia che bruciano, ai deserti che avanzano, alla biodiversità a rischio, fino ai mari e a gli oceani soffocati dalla plastica. Disastri naturali che vedono l’uomo protagonista in prima persona perché siamo noi i responsabili di tutto questo. Siamo noi che fino ad oggi non ci siamo presi adeguatamente cura del nostro Pianeta anzi lo abbiamo iper-sfruttato per il nostro benessere.

I dati sono sicuramente allarmanti, ma questo non è il momento della commiserazione bensì dell’azione perché siamo ancora in tempo per cambiare il futuro che ci si prospetta ma lo dobbiamo fare ora perché il tempo a nostra disposizione per rimediare sta per scadere.

Certo non tutti possono andare in Amazzonia a spegnere gli incendi o possono raccogliere tutta la plastica presente nei mari ma nel nostro piccolo ciascuno di noi può (e deve) fare molto.

Da dove partire e come? Innanzitutto, dall’informazione! Ad esempio, sapete che la seconda emergenza ambientale globale dopo i cambiamenti climatici è l’inquinamento da plastica?

Inquinamento da plastica un’emergenza mondiale

Secondo gli ultimi dati forniti dalla Goletta Verde, la campagna di monitoraggio marino di Legambiente, su una media di 97 rifiuti per kmq di mare, fino al 97% è proprio costituito da plastica e le cose non vanno di certo meglio sulle nostre spiagge. L’indagine Beach Litter (Legambiente) ha evidenziato come la maggior parte dei nostri litorali siano ricolmi di rifiuti per lo più di plastica, per non parlare poi delle microplastiche che arrivano fino alle nostre tavole. Proprio con riferimento a quest’ultime recentemente l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato un rapporto “Microplastics in Drinking Water” dal quale parte un appello in cui si chiede un’ulteriore valutazione sia della loro presenza nelle acque che beviamo sia delle conseguenze che hanno sul nostro organismo. Troppo pochi infatti ad oggi gli studi che hanno misurato le microplastiche nelle acque potabili e valutato gli effetti sul nostro organismo. È necessario quindi saperne di più!

Quanto detto finora ci fa comunque capire che siamo difronte ad un vero disastro ambientale che non solleva nessuno dal fare la propria parte partendo dal comparto politico, passando per le aziende per arrivare fino a noi cittadini/consumatori.

Noi europei, a dire il vero, siamo tra i più proattivi nel cercare di porre rimedio. Grazie alla direttiva UE n. 2019/904 dal 2021 saranno vietati alcuni prodotti in plastica monouso, per cui dovremo dire addio a posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini in plastica, favorendo quelli riutilizzabili o biodegradabili.

Mentre per quanto riguarda le famigerate bottigliette di plastica gli Stati si sono impegnati a raggiungere un obiettivo di riciclo del 90% entro il 2029, mentre entro il 2025 il 25% delle stesse dovrà essere composto da materiali riciclati, quota che salirà al 30% entro il 2030.

Certo però il 2029 è lontano e il nostro Pianeta ha bisogno di azioni concrete ed immediate. Per questo bisogna cercare, ogni volta che si può di non produrre proprio rifiuti. Quello dell’acqua è spesso il caso più semplice, potendo preferire nella stragrande maggioranza delle case italiane l’acqua del rubinetto (o una comoda borraccia da riempire anche in giro).

L’acqua in bottiglia un’anomalia italiana

Partiamo con una considerazione: il nostro paese vanta una delle acque più buone d’Europa, siamo quinti per la qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti (dati IRSA), ma in Italia si preferisce ancora l’acqua in bottiglia.  Siamo infatti al secondo posto nel mondo per il suo consumo, veniamo solo dopo Messico e siamo primi in Europa con un consumo pro capite di 206 litri l’anno. Perché?

Meglio l’Acqua in bottiglia o l’acqua del rubinetto?

I consumi di acqua in bottiglia sono davvero abnormi in Italia. Gli elevati numeri sono spiegabili soprattutto a causa dei timori spesso generati delle numerose fake news che ruotano intorno all’acqua che arriva nelle nostre case prima fra tutte quella che non sia sicura.  Nulla di più falso!  A ben vedere sulle nostre acque vengono effettuati più di 4 controlli annui sia dalle società che gestiscono gli acquedotti sia dalla ASL. Verifiche quindi molto frequenti e con parametri più stringenti di quelle delle acque in bottiglia. Avete ancora dei dubbi sulla vostra scelta?

L’inquinamento del trasporto di bottigliette

Un altro aspetto da tenere in considerazione, nell’era dei cambiamenti climatici, sono le emissioni dovute alla produzione e al trasporto delle bottiglie. Solo per produrre 1 kg di PET, con cui si fanno 25 bottiglie di plastica da 1,5 litri, si utilizzano 2 kg di petrolio, 17,5 litri di acqua e vengono rilasciati in atmosfera 2,3 kg di anidride carbonica. E il trasporto? Si arriva abbondantemente ad 1 milione di tonnellate di CO2 emessa annualmente in atmosfera.

L’acqua del rubinetto ci arriva invece direttamente a casa nostra e fresca… una bella vittoria per l’ambiente nei confronti delle emissioni climalteranti, non pensate?

Diventa anche tu un Water Warrior!

È proprio da qui quindi che ciascuno di noi può iniziare a fare qualcosa: scegliere l’acqua di rubinetto perché la nostra acqua è buona!

Una scelta che vede tutti vincitori in primis la terra in cui viviamo ma anche la nostra salute pensate solo che ad esempio una famiglia media di 4 persone scegliendo l’acqua a KM0 risparmia annualmente 66Kg di plastica (PET), 126 Kg di petrolio per la sua produzione, 230kg di CO2 non emesse legate alla produzione delle bottiglie e al loro trasporto. Tradotto in altri termini è come se avesse piantato 3 alberi.

Scegliere per se stessi è importante però da solo non basta è necessario coinvolgere anche le persone accanto a noi e metterci la faccia perché è la scelta migliore.

Per questo ho risposto molto volentieri alla richiesta di diventare una Water Warrior partecipando alla campagna Water Battle lanciata da Culligan e come me lo hanno fatto molti altri tra cui Massimiliano Rosolino che sarà ospite allo stand di Culligan l’8 settembre.

Quindi se volete saperne di più visitate il SANA e fate un salto allo stand di Culligan troverete le risposte alle vostre domande su come avere in casa un’acqua sicura a prova di fake news.

Avete comunque ancora dei dubbi potete calcolare l’impatto ambientale delle vostre abitudini e delle vostre scelte relative al consumo dell’acqua da bere a questo link https://waterbattle.culligan.it/impact-simulator/

Io ci metto la mia faccia e voi siete pronti a fare la vostra parte?

 

Fonti e approfondimenti utili per saperne di più:

Giornata mondiale dell’acqua, NaturaSì e Legambiente presentano “Plastic free”

Fai clic per accedere a indagine_beachlitter2018.pdf

Giornata mondiale dell’acqua, NaturaSì e Legambiente presentano “Plastic free”

www.culligan.it/culligan-e-ambiente/

www.culligan.it/3-buoni-motivi-per-non-acquistare-acqua-in-bottiglia/

ilfattoalimentare.it/acqua-minerale-consumi-record.html

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/08/22/appello-omsservono-dati-su-microplastica-in-acque-da-bere_6fade58f-f2b3-49ad-a460-8d9fff1e2716.htm

 

Approfondimento in collaborazione con Culligan

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale