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Meravigliose creature. La diversità della vita come non la conosciamo. Recensione del libro di Stefano Mazzotti

Stefano Mazzotti, zoologo, è direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara dal 2012, tiene lezioni di Biogeografia e di Didattica Museale all’Università di Ferrara ed è l’autore di “Meravigliose creature. La diversità della vita come non la conosciamo” (Il Mulino) attraverso cui consente ai lettori di comprendere cosa sia la biogeografia della fauna del nostro Pianeta.

Oggi ho deciso di parlarvi di questo libro che ho recentemente letto, perché il 2 febbraio non è una data causale: è la giornata mondiale delle zone umide. A riguardo ieri Legambiente ha lanciato l’allarme: Italia indietro nella tutela e valorizzare degli ecosistemi acquatici e delle zone umide.

Pesano i ritardi nell’istituzione di nuove aree protette, 9 le zone umide in attesa di essere riconosciute secondo la Convenzione di Ramsar; nell’applicazione del Regolamento UE 2021/57 che vieta l’uso delle munizioni di piombo, che può costare al Paese una procedura di infrazione UE; l’assenza del nuovo decreto per definire le autorizzazioni in deroga alle immissioni ittiche di specie alloctone.

Per amare e rispettare bisogna conoscere e un buon modo è, appunto, leggendo un libro.

Sapete cosa è la biogeografia?

La biogeografia – come Mazzotti ha spiegato a “Il posto delle parole”  – è la disciplina che studia la distribuzione degli animali e delle piante sulla Terra e quindi si occupa di argomenti dei quali l’uomo-medio ha scarsa dimestichezza. Eppure conoscere meglio le specie a noi familiari e scoprire le tante, tantissime, che ancora non abbiamo incontrato e catalogato nel nostro cammino, è un viaggio straordinario che vale la pena di vivere. Analizziamo insieme alcuni dei tanti ottimi motivi che dovrebbero spingerci a leggere questo saggio.

Di cosa parla Meravigliose creature

È giunto il tempo di innamorarci del nostro pianeta, riscoprirne la meraviglia e l’inesauribile varietà, partire per un viaggio unico, alla volta di luoghi di inimmaginabile ricchezza: dalla Papua Nuova Guinea al Borneo, dall’Himalaya al Mekong, dallo Sri Lanka al Madagascar, fino alle montagne della Tanzania. Di questo si occupa, in Meravigliose Creature, il Prof. Stefano Mazzotti.

Pagina dopo pagina si incontra una collezione infinita di specie che abitano il nostro pianeta, ma che rischiamo di perdere prima ancora di fare la loro conoscenza. Ed ecco una serie altrettanto infinita di ragioni che devono spingerci a preservare questa diversità, perché altri dopo di noi possano continuare a godere di questo portentoso spettacolo della vita che va ben oltre le più audaci fantasie umane.

Il bello della scoperta delle… Meravigliose Creature

Come si scopre una nuova specie? Chi decide che può essere veramente considerata “nuova”? E soprattutto… c’è ancora qualcosa da scoprire? Su quest’ultimo punto voglio fare spoiler: secondo le stime l’86% delle specie terrestri e il 91% di quelle oceaniche sono oggi ancora sconosciute agli scienziati. Questi numeri sono il risultato di attendibili modelli matematici che denunciano oggi un gap di conoscenza incredibile. Un dato che non conoscevo prima di leggere il libro di Mazzotti è che, di regola, minore è la dimensione – in termini di lunghezza – del corpo, maggiore è il numero di specie che li rappresenta. In buona sostanza: più si riducono le dimensioni maggiore sarà il numero delle specie da catalogare. Con ogni probabilità esistono milioni di microrganismi ad oggi sconosciuti e non possiamo realmente comprendere l’importanza che avrebbe una loro eventuale scoperta.

Rischiamo, però, che queste rivelazioni non avvengano mai: da un lato solitamente i fondi della ricerca non sono adeguati e, dall’altro, l’intera umanità sembra fare tutto il possibile affinché queste scoperte non si manifestino mai. La continua diminuzione degli habitat sta infatti compromettendo la possibilità di sopravvivenza di molte specie e tutto ciò accade per colpa dell’uomo. Qualcosa, però, si sta muovendo in Europa, ad esempio, con la promozione della Rete Natura 2000 a tutela delle aree ricche di biodiversità. In Italia, nello specifico, registriamo 2206 SIC (Siti di importanza comunitaria) che, ad oggi, ricoprono il 15,4% della superficie nazionale e al cui interno si proteggono 130 habitat, 89 specie di flora e 11 specie di fauna. 

Umani: custodi del creato che stanno fallendo nella loro missione

La Terra era stata un museo sublime. Purtroppo l’uomo non ne era il custode.

L’introduzione del libro parte con questa bellissima citazione di Sylvain Tesson che fa venire in mente le parole della Bibbia più volte riprese da papa Francesco e che sottolineano la funzione dell’uomo di custode del Creato. Non posso quindi non partire da queste parole per aggiungere alcune riflessioni.

A differenza delle altre specie, noi abbiamo la capacità di cambiare il destino del Pianeta eppure agiamo senza renderci conto di quanto le nostre azioni lo stiano modificando (in senso negativo!!): cambiamenti climatici e perdita della biodiversità sono, infatti, tra i più gravi danni che stiamo causando all’ecosistema.

Sesta estinzione di massa, la prima causata da una specie

Le conseguenze delle nostre azioni sono talmente gravi da causare quella che da molti viene considerata la sesta estinzione di massa e che, a differenza delle altre, è ricollegabile, per la prima volta, ad una particolare specie: l’umanità. Mentre (legittimamente) puntiamo a scoprire cosa c’è fuori dallo spazio terrestre, forse non mostriamo la stessa passione ed interesse verso ciò che ci circonda e questo atteggiamento ci porta a non pesare le nostre azioni e soprattutto le loro conseguenze.

Siamo troppo anche per noi stessi?

L’umanità non si è evoluta sviluppando particolari capacità fisiche e, a tal riguardo, il confronto con le altre specie non lascia dubbi. Cosa ha quindi permesso alla nostra specie di andare avanti? Il nostro cervello! Le nostre conoscenze e la tecnologia ci forniscono la capacità di modificare il Pianeta. Oggi noi occupiamo praticamente tutte le terre emerse. Mentre le altre specie solitamente tendono a costruire una nicchia ecologica in un ecosistema, il nostro ecosistema è diventato l’intero pianeta.

Solitamente le specie agiscono nel proprio habitat in maniera inconscia. Uno dei grandi problemi moderni è, invece, il fatto che l’uomo, nonostante lo sviluppo del proprio cervello, oggi continui ad agire senza ponderare le conseguenze del proprio operato. Basti pensare alla facilità con la quale, attraverso gli spostamenti di persone e merci, si riesca a trasportare da un ecosistema ad un altro (anche inconsapevolmente ma non per questo incolpevolmente) specie alloctone che divengono invasive perché non trovano, all’interno del nuovo habitat, esseri capaci di contrastarle evitando il conseguente impoverimento della biodiversità locale. Penso alla foto diffusa pochi giorni fa scattata alla Caffarella – nel parco dell’Appia antica a Roma – che mostra un Ibis sacro mentre divora un gambero della Louisiana…

Un libro alla scoperta delle specie e del significato di questa parola

Chiudo con una curiosità: tra i capitoli più interessanti di Meravigliose Creature non può non essere annoverato quello nel quale l’autore prova a dare una definizione della parola “specie”. Probabilmente non ci crederete ma, ad oggi, gli scienziati non sono riusciti a coniare una definizione “univoca”.  Anche se la questione è antichissima, ancora oggi, le questioni aperte per definire tale lemma sono tantissime. Lo stesso concetto sarà spiegato in modo assai diverso da un microbiologo che si occupa di batteri e da un paleontologo che si interessa di dinosauri (che non potrà mai nemmeno vederli). Al contempo una specie oggi ha delle caratteristiche che potranno mutare in futuro. Perfino Darwin riportò delle riflessioni problematiche – che si possono leggere nel volume – ammettendo che non fosse possibile definire in modo uniforme e omogeneo cosa è una specie.

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale