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Recensione del romanzo noi Il Predatore di Marco Niro

“Il predatore” (Bottega errante edizioni) – segna l’esordio letterario di Marco Niro, giornalista e scrittore, che, con bravura, riesce ad intrecciare narrativa ed attualità in un’opera che esplora due temi quanto mai odierni: la coesistenza tra umani e fauna selvatica, in particolare – nelle pagine del noir – con gli orsi, e il difficile rapporto con l’alterità, spesso fonte di diffidenza e pregiudizio. Ambientato nelle suggestive Alpi, i fatti narrati nel romanzo si svolgono nel fittizio comune di Cimalta, un luogo immaginario ma dal contesto geografico autentico e ben delineato.

Questo noir cattura l’attenzione con una narrazione avvincente e ricca di colpi di scena capaci di sorprendere il lettore. Tuttavia, l’opera di Niro non si limita al puro intrattenimento: la storia invita a riflessioni profonde, stimolando interrogativi sulla società e sul delicato equilibrio tra l’uomo e l’ambiente naturale e sulle relazioni sociali. Pagina dopo pagina, “Il predatore” si rivela un romanzo che spinge anche a porsi domande importanti, lasciando un segno nel pensiero di chi lo legge.

Qual è la trama de “Il Predatore”

Ci troviamo in un piccolo paesino di montagna nel quale più o meno tutti gli abitanti si conoscono e le giornate scorrono in maniera placida e prevedibile. Una notte, però, sulla montagna che sovrasta il borgo di Cimalta, accade un fatto di sangue orribile: una strage destinata a sconvolgere per sempre la vita del paese. Di colpo, le pulsioni represse e le paure ataviche trovano libero sfogo ed è a questo punto che comincia la caccia al mostro individuato dalla folla senza particolari dubbi. Il nemico, la bestia, la causa di tutti i mali è l’orso. 

La soluzione? Semplice: eliminare non solo il singolo animale ritenuto violento, ma tutta la sua specie.

Chi sono i principali protagonisti del noir

Mentre i fucili sparano (per la gioia dei cacciatori che divengono quasi eroi), s’intrecciano le vicende dei personaggi sulle cui esistenze gli artigli assassini hanno lasciato il segno più profondo: 

  • il potente sindaco – e “magnanimo” imprenditore locale – che sogna lo scranno più alto della politica regionale
  • uno stimato cardiochirurgo (che ambisce a diventare primario) con la classica famiglia “perfetta” composta da moglie e un figlio adolescente; 
  • un commissario di provincia che sogna di diventare questore e che vive con mestizia il proprio presente; 
  • un padre, attento conoscitore dell’anima dei boschi, che non riesce più a badare ai propri figli perché, dopo aver perso la moglie, è distrutto dall’alcool e dal dolore; 
  • un prete ribelle che sogna di ritrovare la fede.

Ognuno dei personaggi è troppo concentrato sui propri obiettivi e problemi per immaginare che la vita possa improvvisamente cambiare corso. 

Quando il cerchio dei cacciatori in battuta inizierà a chiudersi inesorabile attorno al mostro, sarà forse troppo tardi per capire che il gioco, per tutti, è a perdere e che ogni predatore – uomo o bestia che sia – prima o poi rischia di diventare esso stesso in una preda.

Non si può poi non elencare, tra gli elementi del libro, anche i rapporti familiari: dal familismo amorale che finisce per intrecciare la vita e i destini di alcuni degli abitanti di Cimalta, alle dinamiche genitori-figli che, nella realtà, sono spesso più intricate e complesse di come appaiano anche agli stessi diretti interessati. 

Un noir avvincente con al centro la difficile relazione fra l’uomo e gli animali selvatici, fra l’orso e i cittadini di una comunità, fra la sete di potere e la fragilità degli esseri umani.

Perché Il predatore è un romanzo che riguarda tutti noi

«Pensate forse di essere le sole creature di Dio a questo mondo?» 

In primis c’è il noir: il libro scorre, cattura, spinge il lettore che ha appena finito un capitolo ad iniziare a leggere il successivo. I colpi di scena nella trama – fino alla fine – fanno quasi venir voglia di dialogare mentalmente con lo scrittore a cui più di una volta mi sono rivolta dicendo “anche stavolta me l’hai fatta”. Tuttavia il Predatore è anche altro e, sotto questo aspetto, emerge la storia professionale di Niro, giornalista, scrittore – con all’attivo diversi saggi – ed esperto di comunicazione ambientale.

La storia di fantasia affonda le proprie radici nella cronaca degli ultimi anni e – premonitrice – sembra anticipare la “legge ammazza orsi” che è in discussione in Trentino.

Non possono tornare alla mente poi fatti come l’uccisione, pochi mesi fa, dell’orso M90 e le polemiche legate alla reintroduzione degli orsi nella regione, ma anche (e soprattutto) nella gestione di questi animali sul territorio. 

Eppure qui avviene un altro colpo di scena: anche se la storia sembra richiamare la morte di un uomo avvenuta in Val di Sole nel 2023 ed attribuita all’orsa Jj4, la stesura dell’opera risale a ben tre anni prima di tale evento.

Un lavoro premonitore che, però, ha intercettato i timori delle persone e anche gli allarmi degli esperti

Cosa fare se incontriamo un orso

È un libro ricco di spunti e quindi mi permetto di riportare poche righe che, nel libro, uno dei protagonisti fa imparare a memoria ai propri figli in considerazione del fatto che l’orso faceva ormai parte dei luoghi che vivevano e che, quindi, era necessario imparare a convivere con lui. 

Un duplice insegnamento: la conoscenza può essere sinonimo di vita e può essere la chiave per una pacifica coesistenza (non solo tra bestie e persone)

“Hai visto l’orso e lui non si è accorto di te? Retrocedi piano e resta in silenzio”

“L’orso si è accorto di te? Retrocedi piano (indietreggia lentamente, senza voltarti, non dare le spalle, ndr) e parlagli in tono calmo”

“L’orso avanza minaccioso, Resta immobile”

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale