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5 cose per rendere la casa sostenibile. La prima la puoi fare già oggi!

Mai quanto negli ultimi due mesi le nostre case ci hanno ospitato (quasi) ininterrottamente durante le ventiquattro ore che compongono la nostra giornata. I luoghi che solitamente vengono occupati solo nelle ore serali si sono presto trasformati in aule scolastiche, uffici, palestre e in tutti gli altri spazi che normalmente andiamo a cercare fuori dalle mura domestiche. Avendo molto tempo a disposizione abbiamo iniziato ad accorgerci spesso di tutti i piccoli o grandi difetti delle nostre case ed iniziato a pensare a come avremmo potuto renderle più accoglienti, a cambiarle semplicemente per piacere ovvero a renderle più “green”, magari sfruttando gli incentivi che il Governo pare abbia intenzione di stanziare a beneficio di chi vuole ristrutturare la propria abitazione.

Già… parto dall’ultimo punto: perché non ripensare le nostre case in un’ottica di sostenibilità ambientale? Bastano pochi tocchi per fare entrare nelle nostre abitazioni una boccata d’aria nuova…e green.

Riempiamo di piante le nostre case

Innanzitutto, senza dover attendere l’arrivo delle maestranze e dei tecnici, possiamo iniziare a introdurre delle piante “mangia-smog”. Chi pensa che lo smog sia un problema che ci lasciamo alle spalle una volta varcata la porta di casa sbaglia: l’aria domestica può pullulare di particelle nocive di sostanze come benzene, tricloroetilene e formaldeide. Come mai? Dipende da ciò che mettiamo in casa come ad esempio alcuni mobili o i detergenti! Come salvarci? Possiamo continuare ad indossare le mascherine anti-Covid19 anche quando rientriamo a casa o altrimenti possiamo assumere dei particolari “spazzini” dell’aria: piante come la Palma di bamboo (Chamaedorea sefritzii), lo spatifillo (Spathiphyllum Mauna Loa), la cosiddetta “lingua di suocera” (Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’), l’edera (Hedera helix), il ficus benjamin (Ficus benjamina) o l’azalea (Rhododendron simsii) vi aiuteranno a combattere le sostanze aeree pericolose per la salute. Le mie preferite? Le ho lasciate per ultime: ad “invadere” la mia casa sono il Pothos e la Dieffenbachia! Da quando poi ora hanno riaperto i fiorai… ho ripreso la colonizzazione!

Si fa presto a dire: cambiamo mobili!

Per quanto riguarda l’arredamento, vale una regola universale: meglio recuperare un oggetto già esistente magari dandogli nuova vita. Nelle seconde case o nei nostri garage spesso sono abbandonati pezzi di arredamento che, con qualche piccolo lavoro di manutenzione, possono ridiventare protagonisti nelle nostre abitazioni. Se non riuscite a trovare nulla che vi piace o che sia utilizzabile in casa vostra potreste sempre cercare su internet: su Facebook, ad esempio, esistono molte pagine dove persone mettono a disposizione gratuitamente oggetti e mobili. Ove le ricerche non dessero i frutti sperati non disperate perché esistono sempre negozi dell’usato, on line e fisici, dove potrete acquistare mobili e complementi d’arredo usati perfetti per la vostra casa e ad un prezzo decisamente interessante.

Se quello che trovate non dovesse andare bene per le vostre necessità, imparate a scegliere mobili “amici” degli abitanti della casa. La prima cosa? Informatevi che i prodotti che siano stati verniciati con tinte atossiche e che non contengano formaldeide che, ai sensi del Regolamento (UE) N. 605/2014, “può provocare il cancro”. A tal proposito è sempre opportuno informarsi magari chiedendo espressamente al produttore o al commerciante, da qualche anno infatti devono fornirvi una attestazione che dichiari che i pannelli di legno utilizzati rispettano i limiti previsti dalla legge.

Personalmente qualche anno fa, mi è capitato di aver commissionato la realizzazione di una libreria a un noto mobiliere romano. Avevo appena letto un libro che vi consiglio: Casa Tossica di Rita dalla Rosa (Terre di mezzo editore). Timidamente quindi chiesi se il mobile potesse essere verniciato o incollato con una delle tante sostanze da cui il libro mi metteva in guardia. Sentita la mia richiesta, con gli occhi brillanti quasi per la commozione, l’architetto mi disse che alla sua falegnameria realizzava mobili privi di formaldeide e di ogni altra sostanza da me elencata, che era molto attento ad ogni componente ma che non pubblicizzava (più) questa scelta perché al cliente medio fino a quel momento era sembrato interessato alla salubrità del prodotto (guardando solo all’estetica).

La nostra casa sotto la luce giustacarta da parati ecosostenibile

Una casa ben illuminata è una gioia per gli occhi ma una casa illuminata bene è una garanzia per il conto in banca. Troppo spesso, infatti, si pensa a quanto illuminare gli spazi piuttosto che a come farlo: sfruttando al meglio l’illuminazione naturale. Usiamo tende semplici da aprire e chiudere: per garantire anche più fresco d’estate e per far rientrare i raggi solari quando serve. Scegliamo anche colori chiari e specchi che illuminano naturalmente.

Impariamo poi a gestire in maniera sapiente quella artificiale mediante l’impiego di led e di lampadine a risparmio energetico: si può ottenere più luce con un minor consumo di energia e quindi un maggior risparmio per le nostre tasche.

Il colore arreda! Dalle vernici alla carta da parati

I punti 4 e 5 li metto assieme perché possono essere alternativi o mixati  piacimento dentro le mura di casa. Le vernici non sono tutte uguali! Ve ne sono alcune davvero amiche dell’ambiente. Esistono le cosiddette vernici fotocatalitiche che sono in grado di annichilire le sostanze nocive presenti nelle abitazioni.

Una valida alternativa è rappresentata dalle vernici ecologiche – come quelle contrassegnate dal marchio Ecolabel – che, mantenendo la stessa resa, sono inodori e non contengono sostanze nocive (e sono garantite dalla certificazione).

carta da parati compostabileTra le riscoperte del presente, in chiave nuova e innovativa, vi è poi la carta da parati che è una soluzione scelta da molti italiani per dar colore e calore alle proprie abitazioni. Anche per questo molte persone decidono, sempre più spesso, di abbellire mura di casa con le carte da parati. Esistono degli esemplari ecologici? Certamente! Della scoperta devo ringraziare un piccolo produttore di carte da parati che mi ha aperto un mondo di colori, forme e conoscenze. Un esempio? Veruso Lino, una carta da parati completamente compostabile. Realizzata con materie prime vegetali la cui coltura non richiede molta acqua, abbina robustezza e piacevolezza al tatto ed è tinta con coloranti naturali. Essendo tappezzerie compostabili realizzate unicamente da lino e viscosa, a fine vita, potranno tornare a nutrire la natura sotto forma di compost. Le peculiarità di Veruso Lino non si limitano agli aspetti ambientali: è, infatti, fonoassorbente, termoisolante nonché capace di regolare la corretta umidità degli ambienti. Vi ho stupito eh?! E voi che soluzioni green avete in casa?

Articolo realizzato con l’assistenza di Carta da parati degli anni 70 che ringrazio per avermi spiegato le carte da parati compostabili!

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale