Collaborazioneeco blogger ed econewsGreen Economy e Economia CircolarePrimo piano

Assorbenti e pannolini possono diventare sedie, stampelle e cartoni. Ecco come funziona questa tecnologia made in Italy

Mettere a dieta la pattumiera è fondamentale e doveroso. Non smetterò mai di dirlo. Il mio spirito ambientalista sogna un mondo in cui si possano vedere solo risorse ove oggi si “ingrassano” cassonetti pieni all’inverosimile (da romana, vi assicuro, l’immagine non è solo metaforica). In questi giorni sono ad Ecomondo, la fiera che in Italia raccoglie le migliori idee di economia circolare, per dare una seconda vita a ciò che non serve più e trasformare quel che prima veniva considerato rifiuto in un materiale ancora utile. In 10 anni che vivo, dal vivo, questa interessantissima fiera, ho visto molti passi in avanti e altri, purtroppo, in sospeso. 

Tra i miei articoli più letti dello scorso anno vi è stato quello dedicato alle tecnologie messe a punto da  FaterSMART ( business unit di Fater S.p.a. dedicata al riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati) per riciclare i prodotti assorbenti per la persona come pannolini, assorbenti intimi e pannoloni. Un anno fa il racconto della straordinaria tecnologia, peraltro 100% italiana, vi entusiasmò. Anche quest’anno passerò a trovarli in fiera (Presso lo Stand 32 del Padiglione D3). Intanto eccovi un quadro della situazione per chi l’avesse dimenticato e per chi scoprisse il riciclo dei pannolini ora per la prima volta.

0% discarica 100% nuova vitaPannolini e assorbenti nella pattumiera, che spreco

Sapete quanti sono i rifiuti derivanti da prodotti assorbenti monouso per la persona (ovvero pannolini, assorbenti e pannolini)? Da Rapporti dei rifiuti urbani dell’Ispra degli ultimi anni emerge come la percentuale sia circa il 3,5% – 4%  del totale generato in Italia pari a circa 1 milione di tonnellate all’anno.

Questi dati mi hanno sempre allarmato, specie quelli relativi ai pannolini di ogni singolo bambino. Non vi nego che io stessa, da madre, ho provato in tanti modi (per mio figlio e me) a passare a metodi riutilizzabili (come i lavabili) ma quando si ha un bambino molto piccolo e si lavora a tempo pieno anche risparmiare 5 minuti al giorno può fare la differenza nel concedersi qualche istante sotto la doccia… Le mamme sanno esattamente che “privilegio sia”.

Ora, però, un bambino mediamente viene spannolinato a tre anni e nei suoi primi 36 mesi di vita “produce” ben una tonnellata di rifiuti in pannolini.

Più in generale pensate che sono 10 milioni i prodotti assorbenti per la persona che ogni giorno vengono gettati nelle pattumiere. In pratica nei soli 4 giorni di fiera saranno 40 milioni, 7 mila al minuto. Numeri da capogiro. Perché devono finire nelle discariche o negli inceneritori? Pensate che in molti comuni esiste una raccolta differenziata specifica però poi, puff, il fine vita oggi è sempre lo stesso. Deve per forza andare avanti sempre così? Questa domanda oggi è davvero legittima e la risposta è no! Una alternativa c’è!

Il brevetto made in Italy che recupera plastica, cellulosa e polimero super assorbente dai pannolini

Ho googlato, lo ammetto, e ho scoperto che parlo e scrivo di FaterSMART almeno dal 2014. Posso dire di aver seguito anno per anno le battaglie ecosostenibili del progetto. I numeri e i risultati sono stupefacenti. Grazie a questa tecnologia made in Italy (sì, direi che ce ne possiamo vantare) da una  tonnellata di pannolini usati conferiti alla raccolta differenziata si possono ottenere 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente (la restante parte consiste in acqua e residuo organico). Queste materie prime seconde possono dar vita ad una infinità di prodotti. Ad esempio con 227 kg di pannolini usati riciclati è possibile produrre una sedia di plastica e tantissimi altri oggetti di uso comune quali grucce e mollette, cartoni per imballaggi industriali e nuovi prodotti assorbenti. Dove viene realizzata questa “magia”? In Veneto ove sorge il primo impianto di riciclo su scala industriale, presso Contarina spa a Lovadina di Spresiano (TV). 

Perché allora questo flusso di rifiuti è attualmente smaltito in discarica o inceneritore? Manca la differenziata? Macché!

Pensate che la raccolta differenziata di tale frazione è già stata introdotta in circa 900 comuni italiani (14 milioni di abitanti circa), per fornire un servizio alle utenze che producono tale tipologia di rifiuto. 

Un grande ostacolo è stato quello normativo. Sebbene l’impianto sia pronto da anni, si è dovuto attendere luglio 2019 per il cosiddetto decreto sull’end of waste dei prodotti assorbenti usati per la persona che ha finalmente (e meritatamente) consentito a questa innovativa tecnologia di valorizzare questa tipologia di rifiuti, in piena sintonia con i principi dell’economia circolare. 

Un’economia, per essere circolare, deve però chiudere il cerchio. Il prossimo passo? mi spiegano da FaterSMART che per fare un passo avanti nella salvaguardia dell’ambiente e aiutare cittadini e comuni a chiudere il cerchio, è necessario che le

autorità locali si attivino per consentire la realizzazione di nuovi impianti di riciclo dei pannolini in Italia.

Quali risultati si potrebbero conseguire col riciclo in tutta Italia?

Se esteso a tutta la Penisola, il riciclo di questi rifiuti potrebbe consentire di risparmiare ogni anno il consumo di 10 ettari di suolo, ovvero lo spazio occupato da 14 campi da calcio o da 2 Colossei. In termini di emissioni climalteranti equivalenti? È come se si riducessero le emissioni prodotte ogni anno da 100 mila automobili! 

Quindi se passate Ecomondo vi consiglio di non perdere lo stand Fater e scoprire la loro tecnologia.

 

chiudiamoilcerchio

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale