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Il Respiro dell’Everest. Un cammino ecologico e spirituale, il libro di Marion Chaygneaud-Dupuy

Se dovessimo chiedermi quale luogo potrebbe essere l’esatto opposto rispetto alla città dove sono nata e vivo, Roma, forse risponderei l’Everest. Forse a pensarla come me, sono in tanti se negli ultimi anni si è sviluppato un turismo crescente di chi decide di sfidare i propri limiti e salire sulla montagna più alta del mondo. 

Sebbene fisicamente credo che non avrò mai modo di metterci piede, nemmeno alle pendici, con la fantasia, i libri e i film ho spesso volato ammirandone le cime.

Questa volta l’avventura ha avuto come guida Marion Chaygneaud-Dupuy, l’esploratrice famosa per aver ripulito l’Everest da 10 tonnellate di rifiuti grazie al libro “Il Respiro dell’Everest. Un cammino ecologico e spirituale”  il nuovo libro di MonteRosa Edizioni che inaugura una nuova collana, “Le Rose Selvatiche”, curata da Linda Cottino e dedicata alle autrici del panorama nazionale e internazionale che hanno scritto, e tuttora scrivono, di montagna, di avventura e di alpinismo.

Marion non la conosco di persona ma mi ha presa per mano e guidata nelle pagine del libro alla scoperta del suo viaggio fisico e spirituale, ricordandomi molto il mio caro amico Lorenzo Veg Lombardi a cui regalerò una copia del libro la prossima volta che lo incontrerò.

Marion Chaygneaud-Dupuy è giovane donna francese (della mia stessa età, ovvero oggi quarantaduenne) divenuta nota per aver ideato e avviato l’operazione “Clean Everest”, finalizzata alla rimozione dei troppi rifiuti lasciati dalle spedizioni che ogni anno cercano di salire la montagna più alta del mondo ammirandone la magnificenza, la natura ma lasciando purtroppo spesso un cimitero di rifiuti.

Chi è Marion Chaygneaud-Dupuy 

Marion Chaygneaud-Dupuy nasce nel 1980 nella regione francese della Dordogna, in una casa in mezzo ai boschi grazie alla scelta dei genitori di far vivere i figli lontano dalla città, in un ambiente quanto più possibile incontaminato. A 16 anni, dopo un viaggio a Calcutta al fianco del medico di strada Jack Preger – padre di una sua amica – si avvicina al Buddismo e inizia il suo cammino spirituale attratta dai libri del maestro tibetano in esilio Bokar Rinpoche, fondatore e guida del monastero di Mirik, nel Darjeeling. Nella primavera del 1999, a soli diciott’anni, si reca in India per essere accolta come discepola nel monastero del Rinpoche. In seguito, sceglierà di essere una suora laica e di iniziare una nuova vita a Lhasa, in Tibet, dove frequenta l’università e si dedica a progetti di salvaguardia ambientale e culturale presso le tribù nomadi del Chantang. È qui che avviene un altro tassello importante che la porterà a conoscere a amare l’Everest. In questo periodo infatti accompagna lunghi trekking per conto di agenzie europee, affronta le sue prime cime in alta quota e instaura una fattiva collaborazione con la Scuola delle Guide d’alta montagna di Lhasa. Diventata a sua volta guida, tra il 2013 e il 2017 Marion scala l’Everest dal versante tibetano per ben tre volte, e sarà la prima donna europea a compiere l’impresa. Come spesso accade a chi ama davvero la montagna, lo sguardo finisce per cadere oltre le bellezze naturali e le sfide fisiche personali e soffermarsi su ciò che l’uomo spesso non riesce a non fare: distruggere angoli del Pianeta che dovrebbero essere contemplati e protetti. 

Purtroppo la questione ecologica è stata per anni lasciata in secondo piano rispetto al turismo, permettendo che i rifiuti si accumulassero sulla montagna in enormi quantità. “Tra il campo base a 5200 metri e la cima a 8848, la tipologia dei rifiuti abbandonati lungo i pendii cambia” continua Marion. “Più a monte si trovano soprattutto attrezzature tecniche, tra cui le famigerate bombole di ossigeno e le vecchie tende con le loro palerie, che spesso rimangono imprigionate tra ghiaccio e roccia e diventa molto difficile rimuoverle. Ci sono voluti quattro anni per eliminare i rifiuti dai campi alti.“

Una strada a senso unico? No!  nasce così Clean Everest. Grazie al suo impegno Marion ha vinto il premio internazionale “Terre des femmes” 2019, assegnato dalla francese Fondation Yves Rocher e di cui in passato vi ho parlato proprio sul mio blog.

Clean Everest: la mission (im)possible di ripulire dai rifiuti la montagna più alta del Pianeta

Chi ama il Pianeta sa che dovrà trovare il modo di fare la propria parte. Che si sia in città, sulla spiaggia o sulla montagna più alta del Pianeta, cosa che ovviamente potrebbe complicare la situazione. L’impegno di Marion però non si ferma. Nasce così Clean Everest, un’imponente operazione di pulizia che, in tre anni, rimuove dalla montagna più alta del pianeta otto tonnellate e mezzo di rifiuti.

“In altissima quota” dice Marion “Il cervello opera in modalità sopravvivenza quindi lo spirito si adatta a una visione molto ridotta di ciò che ci circonda, focalizzandosi solo sull’obiettivo di raggiungere la cima, mentre tutto il resto perde di importanza.”

Una operazione che non è stata un caso isolato. Oggi l’operazione Clean Everest viene gestita dalle autorità governative locali e il suo modello è stato adottato su altre montagne himalayane.

Volete saperne di più? 

“Il respiro dell’Everest – Un cammino ecologico e spirituale”

Di Marion Chaygneaud-Dupuy

MonteRosa Edizioni

Collana Le Rose Selvatiche

Prezzo di copertina: 19,50 €

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale