“L’anatra zoppa e la Gallina cieca”: perché la vita ci regala amicizie inaspettate, se sappiamo accoglierle
Oggi vi parlo di “L’anatra zolla e la Gallina Cieca” di Ulrich Hub e illustrato da Jörg Mühle edito da Rizzoli. Quando un libro che vorrei leggere con Bruno arriva a casa mia, di solito lo sfoglio e inizio a leggerlo per sapere come introdurre il racconto a mio figlio. In questo caso quella che doveva essere una rapida prima lettura, mi ha trascinato fino all’ultima pagina nei viaggi mattutini in metropolitana. Tant’è che quando mio figlio mi ha scovato il libro sulla scrivania, l’ho catturato iniziando a raccontagli la trama. Il resto l’hanno fatto le meravigliose illustrazioni… a partire da una simpatica copertina. Ma stavolta, questa recensione la dedico a una inseparabile (e ritenuta improbabile quando ci conoscemmo) coppia: la mia migliore amica Valeria e me stessa!
Di cosa parla “L’anatra zolla e la Gallina Cieca”
In un cortile abbandonato, dove non batte mai il sole, vive un’anatra zoppa tutta sola e impaurita di quel che c’è là fuori ma la verità è che vorrebbe un po’ di compagnia. Ha paura di volare, e al solo pensiero di avventurarsi nel mondo le tremano tutte le piume, rimanendo attaccata alla sua stampella. La sua routine però un giorno viene interrotta da un’impavida e cocciuta gallina cieca che la invita a partire per il luogo dove si esaudiscono tutti i desideri. Così, la tranquilla vita dell’anatra zoppa viene scombussolata. Inizia così il viaggio dell’improbabile coppia che, tra esilaranti battibecchi e avventurose peripezie, affronterà ostacoli davvero singolari: una foresta buia e disabitata, un precipizio sul fondo del quale scorre un fiume silenzioso, una montagna piatta e senza salita. L’anatra sarà gli occhi della gallina e quest’ultima spesso sarà la forza, la motivazione e le zampe della compagna. Riusciranno a trovare il luogo ove i desideri si avverano? Un po’ a passo di lumaca un po’ a spron battuto, le due avanzeranno verso la meta, fino a capire che il vero viaggio l’hanno compiuto in loro stesse, alla scoperta del più grande e prezioso dei tesori: l’amicizia.
Quindi se da un lato pensavo a quanto sarebbe stato piacevole leggere la favola con Bruno e a come questo potesse parlargli del valore dell’amicizia, dall’altro non potevo non pensare che parlasse anche a me.
Il resto è sintetizzato in ciò che scrive l’autore all’inizio del libro “non è la meta che conta, ma il viaggio“, l’avventura straordinaria della conoscenza di se stessi passa spesso dal nostro rapporto con gli altri.
<< Tanto il mio desiderio non si avvererà mai>>. L’anatra fa un sospiro. <<Però ti accompagno. Senza il mio aiuto finiresti di sicuro nel primo fosso e mi verrebbe un gran senso di colpa. Allora da che parte si trova questo posto?>>. <<Non ne ho idea>> rispose la gallina. <<Ma quando ci arriverò, lo capirò subito. L’importante è partire, finalmente>>.
<<Noi due andremo d’accordissimo. Me lo sento. Io sono sempre così solare e tu sei deprimente come uno straccio>>.
PS: Io queste frasi le ho mandate a Valeria che mi ha risposto: <<io sono il sole, ahah>>. Un libro può davvero fare miracoli e aprire porte nei cassetti dei ricordi. Dal commentare queste frasi siamo passate alla nostra adolescenza… a quando 18enni ci trovammo pronte a partire in una giostra di Eurodisney. Eravamo in 4 ma due amiche si tirarono indietro. Ricordo che, quando finalmente il blocco della giostra si abbassò e era impossibile scendere dissi a Valeria: <<Sei bloccata? Bene! C’è il giro della morte>>. Nonostante ciò da allora ancora si fida a venire con me!
Ecco, rivivendo quegli attimi, io so esattamente perché l’anatra zoppa e la gallina cieca saranno amiche per sempre…
Un libro per giovani lettori e lettrici… ma anche per qualcuno un po’ più grande.