Green Economy e Economia CircolareLetizia Palmisano Giornalista AmbientalePrimo piano

L’Europa vuol vietare la plastica usa e getta. Ma mica anche le compostabili!? E l’#EconomiaCircolare?

Il Parlamento Europeo fa sul serio. Continuano i provvedimenti volti a disincentivare l’uso della plastica usa e getta a favore di scelte più ecosostenibili (riutilizzabili e monouso compostabili ad esempio).

Un dato è certo: il 70% dei rifiuti in mare risulta derivare da loro: dagli oggetti di plastica monouso: piatti, bicchieri, shopper, cannucce, palloncini, cotton fioc e via dicendo. Le ricerche degli ultimi anni hanno individuato tracce di microplastiche in pesci, molluschi, nel sale, anche nell’acqua. È quindi urgente prendere seri provvedimenti.

Il Parlamento Europeo ha quindi approvato il divieto di consumo in Europa di quei prodotti di plastica monouso che vanno proprio ad ingrossare i rifiuti in mare. La normativa non è ancora approvata in via definitiva ma segna una fondamentale presa di posizione e direzione del nostro Continente.

Oltre ai citati prodotti saranno vietati anche i sacchetti in plastica leggera (già fuori legge in Italia) ma anche contenitori take away in polistirolo espanso.

Nel percorso per ridurre rifiuti monouso è prevista la riduzione progressiva dei mozziconi di sigarette che contengono plastica e una politica di raccolta e riciclo degli attrezzi da pesca contenenti plastica. E per le bottiglie di plastica delle bevande? Si dovrà puntare al riciclo del 90% entro il 2025.

La normativa, è importante chiarirlo, non è ancora legge. Ora il parlamento UE avvierà i negoziati con il Consiglio, fermo restando il passaggio tra i ministri UE che devono stabilire la posizione comune.

 Ma le bioplastiche compostabili?? In un primo momento ho supposto che si parlasse solo delle plastiche non compostabili e invece… Ecco cosa mi arriva da Legambiente

“L’Europarlamento con il voto di oggi ha introdotto importanti miglioramenti alla proposta di direttiva della Commissione sui prodotti di plastica monouso, inviando un forte messaggio ai governi nazionali ad essere ambiziosi e celeri. Si tratta di un passo importante nella lotta all’inquinamento da plastica non gestita correttamente che finisce nei nostri mari, fiumi e laghi, al quale però deve seguire al più presto anche la volontà di inserire misure stringenti sui bicchieri di plastica usa e getta. Ora la palla passa ai governi nazionali che devono dimostrare altrettanta determinazione per raggiungere un accordo ambizioso tra Consiglio e Parlamento. A partire dall’Italia che deve giocare un ruolo da protagonista anche nel ribadire l’importanza delle bioplastiche nello sviluppo dell‘economia circolare, compresa la filiera dei rifiuti organici e del compostaggio, di cui il nostro Paese è leader in Europa. L’Italia, inoltre, può vantare una indiscussa leadership normativa, essendo stato il primo a mettere al bando gli shopper di plastica, i cotton fioc e le microplastiche nei cosmetici, misure riprese nella proposta di direttiva europea. Un primato che auspichiamo venga mantenuto anche nel futuro recepimento della direttiva con i piani nazionali”, questo il commento del Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

Nel testo adottato si propone che il divieto di utilizzo, a partire dal 2021, dei prodotti per i quali esistono alternative – oltre che a posate, piatti, bastoncini cotonati, mescolatori per bevande e aste dei palloncini – sia esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile, ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso e ai sacchetti di plastica in materiale ultraleggero, ad eccezione di quelli che svolgono una funzione igienica. Su quest’ultimo è un errore a nostro avviso equiparare le plastiche prodotte a partire dal petrolio con quelle compostabili, come dimostra l’esperienza Italiana e il loro utilizzo nella filiera dei rifiuti organici e del compostaggio.

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Io sono fermamente convinta che la pattumiera vada messa a dieta e al contempo ne va variata l’alimentazione. Perché qualcosa nella pattumiera ci finisce sempre. E allora che sia riciclabile o compostabile. In Italia, come ricorda Legambiente, sono tante le aziende che hanno investito in cicli di economia circolare partendo dalla terra, per tornarci grazie ai prodotti monouso compostabili. In ogni caso non ho ancora visto la bozza del testo di legge. Quindi appena ne saprò di più vi farò sapere!

Aggiornamento delle ore 13:10. Domande sulle filiere esistenti

A commento del mio post, via facebook, l’amico Giuseppe Lanzi scrive una interessante riflessione.

A mio parere, non avere escluso i prodotti compostabili è un doppio errore! Prima di tutto perchè non si tiene conto del fine vita in compostaggio, per le bioplastiche, poi perchè si mette a rischio una importante filiera quale è quella dei prodotti monouso in plastica, che avrebbe agevolmente potuto essere convertita verso le bioplastiche… vediamo cosa sarà nel testo definitivo…

Condivido quanto scritto da Beppe. Io ho sempre pensato (desiderato) a una Europa che accompagnasse i sistemi industriali verso una transizione. Che favorisse le riconversioni, che tutelasse le imprese e i posti di lavoro in sistemi rientranti nei modelli di economia circolare. Può l’Europa permettersi di non porsi le domande? Può non dare le risposte? Io mi auguro di no… Confido che nel testo definitivo tutto ciò sia preso in considerazione

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale