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3 regole fondamentali per costruirsi una buona reputazione online grazie alle Newsletter

Quando si parla di newsletter il pericolo “spam” è sempre in corso. È quindi importante sapere come poter usare questo fondamentale strumento di mail marketing per la brand reputation propria o dell’azienda senza finire nelle trappole del sensazionalismo o dell’invio di email inutili per il lettore.

Alla base di una buona campagna di email marketing c’è la reputazione di cui gode il mittente. Proprio come Google premia i siti web che hanno una buona fama online, anche i vari provider mondiali di servizi di posta si sono attrezzati per dare ad ogni mittente una valutazione basata sull’interazione dell’utente con i messaggi ricevuti. Più le email verranno aperte e lette, più la reputazione del mittente crescerà e, con questa, la possibilità di non finire nello spam.

  • Non aggiungere indirizzi senza criterio

Il primo passo verso il successo è quello di scegliere con cura i destinatari delle campagne di email marketing. Molte aziende alle prime armi sono infatti tentate di aggiungere in modo onnivoro tutti gli indirizzi trovati sul web o di attingere a liste trovate online senza spirito critico. Una mossa probabilmente inutile o potenzialmente dannosa. Un utente non interessato alle email ricevute sarà infatti portato a chiudere il messaggio, o a non aprirlo del tutto, facendo abbassare la reputazione del mittente.

  • La profilazione

Il 72% delle aziende italiane, secondo quando riportato da 4Dem, non analizza i dati degli utenti e invia quello che pensa sia interessante eppure, un altro procedimento decisivo per la propria reputazione, è proprio quello della profilazione: il segreto per aumentare la percentuale di apertura e di interazione con un messaggio di posta è infatti quello di inviarne di personalizzati. Per personalizzare un’email bisogna partire dal conoscere il potenziale lettore. Sarà importante acquisire alcuni dati demografici (ad esempio età, auto posseduta, sesso e Job Title) proseguendo con i dati comportamentali e di acquisto (come click e aperture, acquisti, azioni e visite al sito).

Ad esempio, per un negozio online di vestiti, sarà determinante inviare email sulla base dello stile preferito dall’acquirente, magari partendo dagli acquisti precedenti.

Un solo invio di 100.000 email non profilate produce infatti risultati 6 volte inferiori rispetto a 4 invii profilati da 25.000 messaggi l’uno.

Costruire correttamente una email

L’ultimo consiglio fornito dagli specialisti di 4Dem è quello di costruire le proprie email in modo corretto, pulito e non invasivo. Un’email con errori, colori sgargianti, senza formattazione o con un numero troppo elevato di link, immagini o allegati darà l’impressione di provenire da un mittente sciatto o pericoloso, facendone diminuire il livello di reputazione presso quel provider. Un’email personalizzata, che parla la lingua del lettore, che lo chiama per nome è il passe-partout ideale per entrare (e restare) nelle caselle di posta dei lettori.

 

Letizia Palmisano Giornalista & Social media Manager

Sono giornalista e social media manager, influencer strategist specializzata nella crossmedialità della comunicazione, in particolar modo grazie agli strumenti del web 2.0, quali i social network. La mia attività professionale spazia dal giornalismo alla consulenza nel mondo della comunicazione 2.0. Svolgo, inoltre, attività di formazione e docenza in tali campi. Vincitrice 2018 del Macchianera Internet Awards come influencer dell'economia circolare