Recensioni di libri e film su ambiente, sostenibilità, social e web 2.0

Ecologia Digitale: dall’impatto del tech a una tecnologia al servizio di persone, società e ambiente [Recensione Libro]

La mia recensione di oggi parla di Ecologia Digitale, edito da Altreconomia, entrato per direttissima tra i libri più interessanti che io abbia letto negli ultimi tempi. Apre davvero la mente su aspetti su cui sarebbe da puntare un faro bello grosso (a led ed alimentato a rinnovabili) e che oggi troppo spesso rimangono al buio: il rapporto tra tecnologia, persone, società e ambiente o meglio in…sostenibilità.

Di cosa parla il libro Ecologia Digitale

L’Ecologia Digitale esplora gli effetti della rivoluzione digitale su clima, ambiente, lavoratori e società. La tecnologia digitale ha un impatto fisico sul mondo che ci circonda, e questo libro affronta questi effetti e il modo in cui questi possono essere mitigati per garantire un futuro sostenibile.

L’opera, che è stata scritta da un gruppo eterogeneo di autori e autrici, tra cui docenti universitari, attivisti, esperti di tecnologia, imprenditori verdi e giornalisti, si propone come un manifesto per un digitale sostenibile partendo dal sottolineare numerosi aspetti non proprio green ad oggi. 

Il libro svela come il dominio delle Big Tech stia minacciando non solo l’ambiente, ma anche i diritti dei lavoratori, la privacy, la trasparenza del mercato e la trasparenza delle elezioni. Inoltre, affronta il rapporto tra politica e web e il possibile ruolo della e-democrazia.

Perché leggere Ecologia Digitale

L’Ecologia Digitale è un libro che invita a riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia (che a diversi livelli oramai riguarda praticamente tutti noi) e sul modo in cui essa influenza il mondo che ci circonda. È una lettura necessaria per chi vuole comprendere appieno gli effetti del digitale sulla società e sull’ambiente, e progettare un futuro digitale più sostenibile.

Perché e come il tempo che passiamo sul web viene monetizzato dalle big tech

Il saggio mette in luce la monetizzazione della nostra attenzione e del nostro tempo, e descrive come i dati siano diventati il petrolio del nostro tempo, e come invece dovrebbero essere considerati beni comuni. L’opera invita a praticare un consumo critico di tecnologia (su questo vi rimando al capitolo “Nuvole nere” di Matteo Nardi in 10 idee per salvare il Pianeta prima che sparisca il cioccolato), a progettare un web a basso impatto e a prevenire l’e-waste per un mondo digitale pulito, aperto e rigenerativo.

Gerry McGovern, il problema che sta al cuore del digitale: si tratta del più grande motore di consumo estremo e di sovrapproduzione mai inventato

La prefazione del libro è stata scritta da Gerry McGovern, considerato tra i “cinque visionari con un impatto fondamentale nello sviluppo del web”. McGovern, in un passaggio, afferma che pensava che il digitale fosse sempre la scelta migliore per l’ambiente, ma che ci troviamo intrappolati in un mondo di pensatori a breve termine che vendono desideri superficiali, e che non abbiamo bisogno di muoverci più velocemente, ma di muoverci nella giusta direzione.

Pensavo che il digitale fosse sempre la scelta migliore per l’ambiente. Ero convinto fosse decisamente meglio mandare una mail che una lettera. Una lettera di carta emette circa 29 grammi di CO2. Un’email ne produce circa 4 di grammi. Avendone la possibilità, dovremmo quindi inviare email. [Ma] ogni giorno mandiamo circa 400 miliardi di email di cui la grande maggioranza è spam. E questo è il problema che sta al cuore del digitale: si tratta del più grande motore di consumo estremo e di sovra-produzione mai inventato. […] Il problema è che gli esseri umani non sono in grado di gestire […] quella velocità. Con il digitale, ci troviamo intrappolati in un mondo di pensatori a breve termine che vendono ininterrottamente desideri superficiali. Non abbiamo bisogno di muoverci così velocemente. Non ci fa bene. Non fa sicuramente bene alla vita sulla Terra”.

Gerry McGovern

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale