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Ristoranti sul web. A che punto siamo? Ce lo racconta Nicoletta Polliotto

Nicoletta Polliotto è project manager, consulente, content curator e brand strategist per aziende Food & Travel. Cura – tra le varie attività – anche una rubrica social: #PensieriBalenghi. È sempre un piacere e molto interessante leggere ed ascoltare i suoi contributi. Così mi sono venute in mente alcune domande… 2.0 sul mondo della ristorazione. Ho deciso di fargliele in una intervista. Ecco a voi le risposte!

Perché è importante per un ristorante diventare Digital?

Come voce di spesa alimentare fuori casa, la ristorazione italiana tiene e ha chance rinnovate anche con alternativi sistemi distributivi (crescono il take-away e il food delivery).

In Italia, però, pur attraversando una fase di crescita, la ristorazione non brilla e fatica ad abbracciare il “futuro”. Ormai la metà degli italiani scrive recensioni e cerca il locale tramite smartphone, più di 4 milioni di persone ordinano con il food delivery e il 70% vorrebbe prenotare il tavolo online. Quattro persone su cinque fanno una ricerca in Rete prima di prenotare un ristorante e leggono almeno sei recensioni per decidere dove andare.

Le abitudini di ricerca e di contatto dei clienti si sono nettamente spostate e non possiamo più ignorarle. La dotazione tecnologica e la cultura digitale dei ristoratori non è un gradevole e sorprendente optional! Ormai è una condizione irrinunciabile per proseguire il loro business.

Secondo te oggi su 100 ristoranti, in media quanti hanno propri canali web (e quanti fatti bene)?

C’è una bellissima e recente ricerca di Fiera di Bolzano che ha fatto il punto sulla situazione dei ristoranti italiani (stellati compresi) e il risultato è desolante: quasi tutti i ristoranti hanno un proprio spazio web, ma più del 50% dei siti ha seri problemi di posizionamento, incorrendo spesso in errori o lacune tecniche importanti (e quindi si fatica a trovarlo attraverso i motori di ricerca) e appena il 24% aggiorna con costanza la propria pagina aziendale su Facebook. Il booking online, però, è già una realtà per un locale su due sia attraverso portali di restaurant booking online o – più raramente-  con un sistema di prenotazione diretta. Questo non è sufficiente: un programma di vendita dei tavoli si deve innestare in un progetto organico, strutturato e coerente.

Anche i produttori alimentari hanno una presenza web imbarazzante: considerate che i siti web di nove consorzi su dieci sono infatti «invisibili» sul web, il 33% deve ancora aprire una propria pagina su Facebook e appena il 45% dei portali prevede un’altra lingua oltre all’italiano. Figuriamoci le piccole medie imprese agro alimentari e le micro aziende familiari di produzione e trasformazione… un disastro!

Quali sono gli ingredienti fondamentali di un sito web di un ristorante?

Il sito web allo stato attuale è rilevante e fondamentale poiché rappresenta, per il ristoratore, l’unico spazio web di personale e insindacabile proprietà e controllo. È il luogo ideale per applicare le proprie strategie marketing, fare branding (personal e corporate), comunicare la propria storia, raccontare il menù, segnalare offerte ed eventi, vendere tavoli e pasti speciali, fare digital PR, fare brand positioning, fornire informazioni utili per i propri clienti e creare una community di foodies e di fan.

Intanto dev’essere Mobile First (60/70 utenti su 100 si collegano da Mobile) quindi va progettato pensando in primis a questo approccio di fruizione. Deve poi essere Content First (parti dai contenuti che devi includere sul web site per valorizzare ed evidenziare l’unicità della tua offerta e poi procedi con l’architettura dei contenuti). Va poi progettato in modo tale da farsi trovare con facilità dal target di riferimento considerando quindi la mentalità di ricerca e selezione della clientela. Tutto poi dev’essere incentrato sull’esperienza e il benessere del lettore: belle immagini descrittive ed evocative e pochi testi utili e semplici. Insomma per essere un buon sito web dev’essere una risposta a tutte le domande che il tuo pubblico ti vuole rivolgere.

E gli ingredienti social?

Qui la faccenda si amplia. Mentre il sito web è uno spazio di proprietà e gestione esclusiva i social media sono canali in “prestito”, dove si acquisisce uno spazio e si cerca di guadagnarsi un posizionamento. Sono luoghi earned, dove ti conquisti visibilità, gradimento, successo. Possiamo esprimere questo successo con quello che viene definito engagement, ossia coinvolgimento e risposta da parte di un gruppo di fan che ci auguriamo essere sempre più numerosi, ma al contempo mirati e interessati e attivi. Con i social media creiamo reti di relazioni che dobbiamo coltivare con contenuti interessanti postati con il giusto ritmo e nei momenti più congeniali ai nostri lettori, ma anche con risposte ai commenti e alle recensioni. Il brand deve produrre buoni contenuti, valorizzare i contenuti prodotti dai clienti (es foto, post, recensioni) e nutrire costantemente le relazioni. Inoltre spesso diventano luoghi paid, ossia in cui i contenuti devono occupare degli spazi acquistati attraverso sistemi di pubblicità su questi canali.

Non basta essere spiritosi e prolifici con foto di piatti e emoticon ammiccanti: occorre professionalità e capacità strategica oltre che produzione di contenuti interessanti.

Parliamo un po’ di te (così da poter essere di ispirazione magari per chi è agli inizi o vuol migliorarsi)

Che dire … sono project manager, consulente, content curator e brand strategist per aziende Food & Travel, con la mia agenzia Muse Comunicazione. http://www.musecomunicazione.it/

Esperta di food & restaurant marketing, gestisco l’unico blog in Italia dedicato alla comunicazione digitale per Ristoranti: CnR – Comunicazione nella Ristorazione.  http://www.comunicazionenellaristorazione.it/ Responsabile scientifico di manifestazioni legate al digital marketing per il food (BTO Firenze 2019, Cibiamoci 2018) e conference speaker in eventi specialistici di Digital Food & Tourism, collabora, tra gli altri, con FIC, BTO, BTM, TTG, SMAU, BIT, Social Media Week, Torino Web Marketing Meeting.

Sono docente di Digital e Social Media Marketing presso Fipe Academy, Confcommercio e Confesercenti, CNA, Gambero Rosso, LUISS Business School, IED, ITS di Lecce, Vieste, Jesolo e IATH di Cernobbio e in IHMA. Formatore certificato ParoleOstili.

Lo scorso 6 aprile 2018 ho pubblicato il mio secondo libro dedicato al Digital Food Marketing con Hoepli Editore, dopo il precedente — Ingredienti di Digital Marketing per la Ristorazione — edito da Dario Flaccovio Editore.

Sono curatrice della nuova collana Hoepli dedicata al turismo e alla ristorazione.

Vegetariana da 25 anni, vivo (benissimo) a Torino, senza automobile e senza televisore, nutrendomi di web, cinema, letteratura, arte, cultura e musica. Mi diverto viaggiando e assaporando del buon vino (meglio se rosso).

Qual è stato il tuo percorso? Come sei diventata un’esperta e una influencer del digital food marketing?

In realtà la mia formazione è umanistica ed artistica: dopo aver conseguito il diploma in pianoforte ho scoperto il marketing applicato al mondo discografico. Mi sono quindi innamorata di altre tastiere e dai leggii sono passo ai monitor. Con la mia agenzia ho iniziato prima ad occupami del settore biologico e poi soprattutto del turismo e hotellerie. Arrivare alla ristorazione è stato un passo naturale e spontaneo: l’altra faccia della medaglia brillante che è l’accoglienza italiana.

Nessuno aveva pensato a un blog dedicato ai ristoratori, che io guido da circa 9 anni, per accompagnarli verso una cultura rinnovata d’impresa e attraverso una trasformazione digitale che come accennavo ritengo ormai discriminante! Chi non innova non dura!

E da qui i miei libri… e tutto il resto.

Ora un’altra grande conquista (o sfida, dipende dal punto di vista): sono stata nominata curatrice di una nuova collana dedicata all’accoglienza e qui, nell’era del Food &Wine Tourism, finalmente il mio sogno di unire i miei due universi si avvera.

Per iniziare a comprendere e penetrare un argomento o iniziare a strutturare una competenza occorre studio, lavoro, confronto e moltissima umiltà.

E ora consigliaci un influencer nel settore food / ristorazione / wine che ci suggeriresti di seguire (ovviamente sui social)

Nel salutarvi vi consiglio la wine blogger Susana Alonso https://www.facebook.com/susana.alonso.750

Non perdetevi poi i podcast di Giorgio Minguzzi e il suo Meritabiz https://www.merita.biz/podcast/

Su instagram seguite il pasticciere cedric grolet https://www.instagram.com/cedricgrolet/

Ultimamente mi piace molto la comunicazione del ristorante Mi Scusi di Milano.

E i progetti di Vatinee suvimol, che non sbaglia mai un colpo! 🙂

Vi saluto e keep in touch….

 

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale