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Storia di Sybilla: L’odissea di una bottiglia di plastica e dei suoi amici animali marini

Devo dire la verità: non ho mai provato particolare simpatia per le bottiglie di plastica e, per quanto possibile, cerco di ridurre al minimo la loro presenza nel mio quotidiano. Ma se provassimo a ribaltare il punto di vista? 

Non avrei mai pensato  di potermi appassionare alla vita di una bottiglia di plastica, questo fino al mio incontro librario con “Sybilla. L’odissea di una bottiglia di plastica” (Noctua Book), un libro per bambini scritto da Marco Mastrorilli e illustrato da Imma Vitello.

La protagonista di questa opera, Sybilla, è una bottiglia di plastica dotata, però, di un’anima come i suoi amici plasticosi, sebbene gli umani non se ne rendano conto. A seguito di una caduta accidentale, finisce in un fiume per poi giungere sino al mare. Nel corso del suo viaggi tra i flutti Sybilla fa amicizia con altri oggetti di plastica – finiti lì perché abbandonati e non avviati correttamente alla raccolta differenziata – ma anche con balene, capodogli, tartarughe, gabbiani e albatri e, anche grazie a loro, comprende i pericoli che il Pianeta corre a causa dell’inquinamento da plastica,. Dopo aver vissuto varie peripezie, Sybilla arriva alla Baia dei Giganti dove accade un evento che cambierà il suo destino (invece di finire in fondo al male ove si stima siano miliardi di frammenti di plastica).

Questo libro – peraltro ricco di bellissime illustrazioni colorate – è un prezioso strumento per sensibilizzare i più giovani – e non solo loro – sui danni creati dalla plastica all’ecosistema e per far comprendere loro, grazie ad un linguaggio semplice ma, allo stesso tempo, preciso, la necessità di riciclare e di riutilizzare gli oggetti realizzati con questo materiale.

L’opera, inoltre, contiene una call to action di diversi personaggi famosi – tra i quali v’è anche la cantante Giorgia o persone che stimo particolarmente come Fulvio Mamone Capria – nonché statistiche e stime sul tema dell’inquinamento ed un approfondimento sul Centro di Recupero e Riabilitazione Tartarughe Marine di Pescara al quale sarà devoluta parte del ricavato dalla vendita del libro.

In questi anni ho potuto ammirare dal vivo l’impegno dei CRTM della nostra penisola, come – spesso grazie alla collaborazione dei pescatori – recuperino tartarughe ferite, quelle che hanno ingerito plastica, li curino e rimettano in mare. Un lavoro prezioso e fondamentale da sostenere.

Ora che le giornate si allungano iniziamo un po’ tutti a pensare al mare e alle vacanze estive. Siete pronti a rimanere affogati dalla plastica o a fare qualcosa per i nostri mari e per i meravigliosi abitanti?

Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale