La bottiglia dei desideri di Chris Wormell (in inglese The Lucky bottle) edito da Rizzoli | Recensione
Che cosa hanno in comune Robinson Crusoe e Viaggio al centro della Terra? Sicuramente l’essere libri di avventura e il fatto che quando io ero ragazzina, entrambi mi hanno tenuto compagnia durante le estati. Quando qualche tempo fa ho chiesto a mio figlio Bruno chi fossero Defoe e Verne, mi sono resa conto che a lui questi nomi dicevano davvero poco. Così, complice il fatto che era nell’aria che Brendan Fraser potesse vincere l’Oscar, ho pensato di fargli vedere il Viaggio al centro della Terra del 2008. Non vi nego che la sua prima reazione era stata quella di sbuffare, per un film così vecchio, salvo poi innamorarsi del racconto.
Qualcosa del genere l’ho pensata iniziando a leggere con lui La bottiglia dei desideri, scritto da Chris Wormell (the Lucky bottle nella versione originale), edito da Rizzoli in Italia ecco perché ho pensato di parlarvene sul blog con una mia personale recensione.
Di cosa parla La bottiglia dei desideri di Chris Wormell
Siamo alla fine del diciannovesimo secolo. Il protagonista della storia, Jack, all’età di dieci anni decide di scappare di casa e, mentendo sulla sua reale età, si imbarca su una nave spacciandosi per un ragazzino di 12 anni. Il suo viaggio, però, viene bruscamente interrotto da una tempesta. Jack lotta con le sue forze contro le onde e la tempesta finendo sulla spiaggia di un’isola deserta. La nuova destinazione di Jack sembra desolata ma tre elementi gli fanno comprendere che non sarà solo: una tartaruga gigante, un teschio e…un’impronta umana gigante sulla sabbia! Ben presto, infatti, Jack capisce di non essere l’unico abitante dell’isola, quello che però lui temeva potesse essere un nemico si rivela essere tutt’altro. È un grande omone dalla lunga barba nera, anch’egli vittima di un naufragio, che vive da molto tempo su quella terra, talmente solo da tanti anni da aver scordato il nome che aveva quando viveva in società. Decidono quindi che si sarebbe chiamato Robinson. Accolto all’interno della casa-caverna di Robinson piena di mobili, attrezzi, bottiglie di rhum e libri, Jack imparerà a pescare, a raccogliere uova di gabbiano, ma anche a leggere ed a scrivere. Nonostante la compagnia di Robinson – che non gli fa mai mancare il quotidiano racconto delle avventure vissute nel corso della sua rocambolesca esistenza – Jack inizia a sentire nostalgia di casa e della sua famiglia. I protagonisti del libro decidono quindi di escogitare un piano per lasciare l’isola e tornare a casa, ma prima di abbandonare la terra che li ospita dovranno affrontare nuove avventure con pirati spietati, mostruose creature marine, pozioni magiche e ..messaggi in bottiglia.
Un libro che fa venire voglia di leggerne tanti altri
Pur essendo evidenti i richiami ai classici dell’avventura come “I viaggi di Gulliver” e “Robinson Crusoe” (la scelta del nome di uno dei protagonisti come vi dicevo, non è casuale!) “La bottiglia dei desideri” di Chris Wormell non è una mera parafrasi delle storie già narrate in passato da altri scrittori, ma anzi rappresenta per i lettori – di tutte le età – un nuova avventura letteraria da scoprire e che li porterà al centro di una storia coinvolgente a diretto contatto con stregoneria, mostri marini, pirati, le tempeste e una riflessione sulle risorse che la natura ci mette a disposizione e come rispettarle per sopravvivere.
Grazie a Jack e a Robinson, leggendo il libro seduti su un tappeto “magico” in sala a casa, ho potuto così raccontare a mio figlio quali fossero i libri d’avventura della mia generazione (e di quelle passate) e di come ancora oggi sia bello riprenderli e leggerli