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Per salvare il Pianeta bisogna parlare di cibo ed alimentazione sostenibili

Un buon proposito per la giornata nazionale contro lo spreco alimentare? Prenotare un viaggio… a Parma!

Oltre ad essere una città meravigliosa, Parma è stata una scelta perfetta come Capitale Italiana della Cultura 2020 la cui inaugurazione si è svolta a metà gennaio con una tre giorni pazzesca che rappresenta solo l’inizio di una festa che durerà un intero anno e che vi consiglio di non perdere, specialmente entro aprile.

Come noto la città emiliana è anche una Capitale della buona alimentazione: il cibo, è innegabile, rimane uno dei piaceri della vita e, in questo ambito, l’Italia può vantare un patrimonio inestimabile in termini di qualità e di varietà.

Sempre più spesso, nei miei articoli e nei miei post degli ultimi anni, mi occupo di alimentazione e non perché sia diventata una food blogger, ma proprio per continuare la mia attività di divulgazione sui temi della sostenibilità.

Perché per salvare il Pianeta bisogna parlare di cibo ed alimentazione

Il tema del cibo è un argomento complesso e va quindi trattato con estrema attenzione: la produzione di cibo rappresenta, infatti, la principale attività umana a causare i cambiamenti climatici (fino al 37%) ben più del riscaldamento degli edifici (23,6%) e dei mezzi di trasporto (18,5%).  Occorre quindi un profondo cambiamento nelle nostre abitudini poiché, fra trent’anni, secondo le stime, la Terra avrà una popolazione di 10 miliardi di persone e sarà necessaria una produzione sempre maggiore di cibo, una riduzione degli sprechi ed una miglior distribuzione dei generi alimentari. Imparare a scegliere gli alimenti anche in base al loro impatto ambientale sul Pianeta è un obiettivo non più rinviabile.

Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile

Cibo e cultura sono un binomio indissolubile al quale va associata anche una terza parola: consapevolezza. Bisogna poi avere una cultura dell’alimentazione a tutto tondo che si sposi con due mondi: la salute e la sostenibilità. Per questo, quando mi hanno detto che Parma 2020 sarebbe stata inaugurata con la mostra-percorso “Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile” ho preso il treno e sono corsa a vivere, sin dal primo giorno, questo evento, interessante e completamente immersivo, che sarà, gratuitamente, a disposizione di tutti fino al prossimo 13 aprile.

La prima tappa che vi consiglio è quella ospitata nei meravigliosi spazi della Galleria San Ludovico (Borgo del Parmigianino, 2) dove, fra l’altro, è avvenuto ufficialmente il taglio del nastro di Parma 2020 alla presenza del Sindaco parmense, Federico Pizzarotti, e di Luca Barilla presente a nome della Fondazione Barilla.

Siate pronti a vivere, in prima persona, un “viaggio virtuale” nei paradossi del sistema alimentare perché quello che, ad una prima occhiata, sembra un gioco, in realtà, è qualcosa di molto serio:

  • Sa vi trovaste in un bosco sapreste riconoscere se il cibo intorno a voi è commestibile oppure no? Sapete quanto pesa, in termini di impatto ambientale, la scelta di un alimento rispetto a un altro? Conoscete gli obiettivi di sviluppo sostenibile?
  • Sapete che, per ogni individuo che soffre la malnutrizione, ce ne sono due obesi o comunque in sovrappeso?
  • Siete a conoscenza del fatto che, nonostante la piaga della fame e della malnutrizione, un terzo del raccolto di cereali viene utilizzato per sfamare gli animali o per la produzione di biocarburanti?
  • Avete idea che 1.3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile viene sprecato ogni anno? Per inciso, si stima che questa quantità sia ben il quadruplo di quanto basterebbe a sfamare gli oltre 820 milioni di persone malnutrite nel mondo.

https://www.instagram.com/p/B7LgjdJo7Xn/

L’itinerario consente poi di esplorare il rapporto che lega il cibo all’ambiente circostante e, grazie alla sezione dedicata al “Piatto Virtuale”, di capire se la nostra dieta sia realmente sostenibile per noi e per l’ambiente.

Viaggiare nel percorso esperienziale della mostra vuol dire fare i conti con una realtà a noi sconosciuta che, forse, può essere un pugno nello stomaco, ma, al contempo, deve spronarci ad un deciso cambio di vita.

Mentre riflettete su tutto ciò, vi consiglio di fare un brevissimo percorso (3 minuti a piedi) che vi condurrà sotto i Portici del Grano (Piazza Giuseppe Garibaldi, 1) dove sarete pervasi dalla Bellezza con la B maiuscola: sono rimasta a bocca aperta nell’ammirare le opere fotografiche realizzate da fotografi di tutto il mondo e raccolte da National Geographic Italia in modo da rappresentare i vari angoli del mondo, vicini o lontani, ponendo in risalto la centralità del cibo. Capire la biodiversità alimentare in un attimo, potremmo sottotitolarla.

All’inaugurazione ho avuto modo di ascoltare persone che hanno sposato questo impegno in prima persona. Sebbene sia difficile raccontare tutte le emozioni della giornata, condivido con voi due dei pensieri che mi hanno più segnato.

I cambiamenti climatici, che colpiscono i nostri raccolti, che provocano incendi, inondazioni o anche altre catastrofi ambientali, sono causati in buona parte dal modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo. Ogni anno sfruttiamo l’equivalente di 1,7 pianeti per vivere e intanto, solo con la nostra agricoltura, contribuiamo con il 37% delle emissioni di gas serra al riscaldamento del Pianeta. Dobbiamo invertire questa tendenza, dare vita ad una vera e propria rivoluzione alimentare partendo dalle scuole, dai docenti e dai ragazzi”, ha spiegato Riccardo Valentini, membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change ? IPCC, Premio Nobel per la Pace nel 2007, ospite d’eccezione nel corso dell’appuntamento.

“Perché possiamo consegnare alle generazioni future una prospettiva di salute e di benessere, è indispensabile ripensare tutto il sistema alimentare, dall’agricoltura alla nostra tavola. “Ispiriamo le persone a prenderci cura del pianeta” è il motto della National Geographic Society, ed è per questo che abbiamo accolto con convinzione ed entusiasmo l’opportunità di collaborare a questa iniziativa, nello spirito di stimolare una maggiore consapevolezza delle sfide che ci aspettano sia nelle singole persone sia nelle istituzioni”, ha dichiarato Marco Cattaneo, Direttore del National Geographic Italia che, in occasione dell’appuntamento, ha fatto da guida alla mostra della Fondazione Barilla.

Concludo il mio post facendo mio un valore che ho imparato dalla mostra:

“Curando la nostra terra e adottando un’agricoltura sostenibile, le generazioni presenti e future saranno in grado di nutrire una popolazione in crescita e di mitigare i cambiamenti climatici, consumando meno acqua e producendo meno gas a effetto serra”.

E allora forza… impegniamoci tutti (e programmiamo un weekend a Parma).

https://www.instagram.com/p/B7tMLnAIyjr/

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“Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile” è promossa dalla Fondazione Barilla ed è realizzata con la collaborazione di National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean (SDSN Med), Madegus, Civicamente grazie al contributo di un comitato scientifico multidisciplinare e alla curatela di Codice Edizioni e con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Parma.

Gli interessati potranno avere maggiori dettagli o potranno fare le prenotazioni agli eventi visitando il sito www.noiilciboilpianeta.it/parma2020

Fonte dati: PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2020

INAUGURATA LA MOSTRA DI FONDAZIONE BARILLA “NOI, IL CIBO, IL NOSTRO PIANETA: ALIMENTIAMO UN FUTURO SOSTENIBILE”

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Letizia Palmisano Giornalista Ambientale

La sostenibilità non è solamente nel saper fare, ma anche nel far sapere. Letizia Ecoblogger e giornalista ambientale